venerdì 28 novembre 2008

Quando mi sveglio la mattina con la paura.
La paura che sia l'ultimo giorno. Il primo giorno della fine o il primo giorno della rinascita.
Con la voglia di darti un puffetto ed il timore di un voltafaccia. La paura di osare, perchè il maledetto orgoglio mi fa stare con la testa china e lo sguardo a terra.
Per trattenere il pianto liberatore, per non darti soddisfazione. E fa male. E cammino con la testa che mi scoppia. Perchè trattenermi non mi è mai riuscito facile. Perchè scrivo qua, in pasto a tutti, ma solo per te. Che neanche leggerai. Che hai letto prima, ma adesso chi sa. Perchè non vengo da tanto ed ora neanche ci pensi.
Sto male per te, sto di un male fetente.
E mi manca la tua lucina negli occhi. Il tuo sorriso buono ed il tuo abbraccio caldo. Che fa una sega al termosifone.
Il tuo maglione di lana e la tua pancia morbida.
Mi manchi tu e te l'ho detto. Ma sembra non te ne freghi niente.
Ho paura sia l'inizio della fine. O per farla breve, la fine e basta.
Dimmelo.
Perchèì prima inizio, prima finisco.
Basta.

mercoledì 5 novembre 2008

Saluta, fa un inchino e se ne va



Al Mercatino dell'usato la luce è bassa.
La gente entra ed esce, si stringe nel cappotto e borbotta.
Due uomini sono nel reparto libreria, dove una ragazza piccola, che sembra un maschietto stringe in mano Fango, di Ammaniti.
Due uomini discutono.
-Beh, che ne pensi di Obama?- domanda l'uno.
-Se vivessimo in un mondo civile non l'avrebbero mai eletto- risponde l'altro.
-Vabbe figurati, tanto fa la fine di Kennedy-

La ragazza un po' maschietto è perplessa. Ha un male fetente alla schiena (complice lo zaino pesante di Lucca) e non ha la forza di chiedersi il senso di tale risposta.
Anche se, in fondo, il senso già lo sa. E' stampato sui loro volti amareggiati e soddisfatti. Sui loro occhiali presbiti e sul loro alito cavernoso.

giovedì 30 ottobre 2008

Domani mattina parto.
Destinazione Lucca. Oggi ho una visita medica e lo zaino da fare, sperando di ricordare tutto. Questa Lucca Comics sarà incasinata ed all'insegna del "Guarda chi c'è, riconorriamolo!", ma sarà divertente. Spero.
La cosa che mi mette l'ansia è dover fare la foto con Leo Ortolani, io odio farmi le foto. Ma devo, il re-volver docet.

Visto che non è assicurato il bel tempo, almeno spero che faccia caldo.
Ciao

giovedì 16 ottobre 2008

Blanda analisi de Il Castello dei Destini Incrociati

Calvino prende i tarocchi e li dispone su un tavolo.
Poi li sovrappone l'uno all'altro, li mischia e li scambia.

I tarocchi hanno due significati.
Il primo è quello visibile agli occhi di chiunque. Il disegno. Il significante.
Il secondo è quello latente. Ciò che quell'immagine rappresenta in un linguaggio altro. Il significato.
Ne Il Castello dei Destini Incrociati, Calvino procede per immagini. Sovrapponendole l'una all'altra, ed accostandole. Ma senza mai scostarsi dal significante. L'unico fruibile a tutti. Soprattutto a uomini che son tutto tranne che cartomanti.
I suoi personaggi sono muti e l'unico mezzo che hanno per esprimersi sono proprio i tarocchi. E si servono di quelle figure per raccontare la loro storia. Calvino si declassa a mero traduttore di un ente superiore che predispone le sequenze da narrare. Il fato.

L'idea di narrare per tarocchi è originale, ma il risultato che ne esce, a mio avviso, è troppo macchinoso.
Le sette storie de Il Castello sono mal comprensibili, spesso interrotte dal narratore che introduce nuove carte e ne spiega la fisionomia.
Le storie de La Taverna dei Destini Incrociati, invece, sono molto più lineari. Leggermente arzigogolate ma molto più semplici e di impatto immediato.

Mi sento molto vicina a questa forma di narrazione, perchè se pur acerba, la mia mente procede per immagini. Le vede, le analizza e poi le racconta. E' come se qualcuno mi inculcasse un'idea, e da quell'idea ne venisse fuori una storia. In un processo a me del tutto estraneo.

sabato 11 ottobre 2008

Papà ha letto il mio blog.

Mi ha fatto un po' strano. Quando me l'ha detto sono arrossita, ma non ho battuto ciglio.
Mi ha anche rivelato di aver letto The Metal Chopper. E la cosa mi ha lasciato un po' così.
Non mi sono vergognata, perchè prima o poi sarebbe dovuto accadere. Ma, francamente, non me l'aspettavo così presto.
Mi sarei aspettata che lo avesse fatto un DOMANI, se qualche anima pia si fosse degnata di pubblicare un mio lavoretto.
In quel caso l'avrebbero letto anche i miei nonni e tutti gli allegati.

Non pensava fossi così sboccata.
E spera che in quel fatidico DOMANI io decida di scrivere favole per bambini.

Ho bisogno di un bavaglino






Ma quanto ci sta bene Bruce Willis con la barba?

Scrat Scrat




Stamattina, dopo tanti mesi, mi sono rimessa a scrivere.
Ho buttato giù un poco, non tanto, ma sono abbastanza soddisfatta. L'idea di ritrovarmi davanti al foglio bianco un po' mi spaventava. Perchè ultimamente ero sempre forzata. Ma adesso no. Adesso viene da dentro.
Ultimamente, inoltre, stavo leggendo solo uno scrittore.
E mi succedeva che, durante la lettura, pensavo alla mia storia. E pensavo tanti dialoghi, tante descrizioni, e mi veniva da formularli come li avrebbe formulati lui. Con la sua stessa dialettica.
Ne ero contenta.
Non entusiasta ma contenta. Perchè pensavo cazzo, mi sta influenzando. Cazzo, sto imparando da lui. Cazzo.
E fino a mezz'ora fa ero della stessa opinione. Fino a quando mi sono messa davanti a word ed ho iniziato a scrivere.
Da quel momento lui è sparito. Caput, morto. Le sue proposizioni sono sparite, così come le sue parolacce e le sue cazzate.
E sono tornata io, con il mio fraseggio e le mie parolacce.
Un po' mi dispiace, ma un po' mi consola.
Perchè la mia vocina interna, quella che mi dètta zumpettando da neurone a neurone c'è ancora. E sul lobo frontale del cervello c'è ancora il mio televisore che passa i miei film, e me li fa raccontare. E sono solo miei! Non suoi!
Lui mi sta ispirando soprattutto sulle idee, e su qualche chicca che in altri momenti non avrei mai pensato. E basta.
Ed ora ne sono entusiasta. Davvero.

I grandi artisti non copiano, rubano. Dice Tarantino.
E quanto cazzo è vero.

domenica 5 ottobre 2008

Zombi in tenda


L'estate è finita. Definitivamente.
Ho smontato la tenda in giardino.
Non l'ho usata per niente, zero, neanche un giorno.
E' stata per due mesi sotto la finestra del bagno, i miei genitori la guardavano e si chiedevano "Ma che l'ha montata a fare?".
A loro non posso dirlo, perchè non potrebbero capire.
Come ogni anno, ha ospitato i miei amici zombi.
L'estate vengono sempre sfrattati dal becchino di Poggio, perchè il calore ne esalta il fetore, e puntualmente vengono a suonare al mio campanello.
Così è stato anche quest'anno.
Per un accordo precostituito, non possono attaccare nè gli umani nè gli animali che gravitano attorno alla mia casa, se io provvedo puntualmente a rinfrescare la loro dimore e gli porto il nutrimento. Che il più delle volte sono topi e rospi (non amano molto i rospi perchè hanno il sangue troppo freddo. Ma se fa tanto caldo sono un toccasana).

Ma due settimane fa c'è stato un piccolo inconveniente.
Il loro bambino, preso da un raptus di fame improvvisa, ha acchiappato la mia gatta, Sofia. E le ha strappato via una zampa.
La gatta è tornata sul portico sanguinante e mamma, la mattina successiva, l'ha soccorsa.
E' stato un incidente d'auto, ha detto il veterinario, e non lamentatevi che è il secondo che affronta e supera.
Anche due anni fa, infatti, Sofia ha subito un attacco. Perdendo parte del muso.
Poi sempre il prode veterinario le ha fatto una plastica facciale.

Ora, i miei amici zombi, sono tornati al cimitero. Il becchino ha fatto trovare loro le tombe ripulite e profumate. Fiori freschi e candele nuove.
Speriamo che per un anno lascino in pace la mia Sofia e non deambulino più dalle mie parti.

venerdì 3 ottobre 2008

La Casa dalle Finestre che Ridono, di Pupi Avati


Semplicemente meraviglioso.
Ho iniziato a vederlo leggermente prevenuta. Perchè l'interpretazione lasciava (e lascia) molto a desiderare.
Ma con lo scorrere del tempo le atmosfere, i colori e le musiche regalano al film un non so che di surreale, di grottesco. Che permea tutta l'opera e culmina sul finale. Per quanto mi riguarda, inaspettato.
La quotidianità regna sovrana. Ed accompagna dall'inizio alla fine l'incedere dell'opera. Così come i silenzi.
Che si trasformano, mano a mano, in un macabro presagio di morte.

E che locandina..

lunedì 29 settembre 2008

Il Reverendo ti sfida



E' una copertina.
Realizzata da Grafica Effe.
Non è niente di speciale, anzi. Se i colori fossero stati più brillanti, avrebbero reso meglio.
Se il reverendo Jebidiah Mercer fosse stato più reverendo, senza gilettino e senza jeans, avrebbe reso ancora di più!
Ma la copertina che è stata fatta per La Morte ci Sfida, di big Joe (R. Lansdale), è una gran ficata.

Te la trovi sbattuta in faccia nella libreria di fiducia. Neanche fossi ad Amsterdam.
La vedi, la osservi, e pensi che appartiene ad un libro che nella tua libreria non c'è.
Pensi che devi resistere. Pensi che il portafoglio piange, e piangeresti anche tu, se dovessi compiere l'ennesima spesa.
Fosse solo di 9, 90€.
Prendi coraggio ed esci. Sbattendo la porta in faccia a Mr. Libraio.

E' Domenica pomeriggio.
Una Domenica pomeriggio di merda. Il mercatino fa schifo, le strade son deserte e tira un vento freddo del cazzo.
Non sai che fare. E decidi di prenderti una tisana al caffè letterario. Entri, saluti Mr. Librario, e davanti a te c'è sempre lui.
Il reverendo.
Fra prende in mano Il Sergente nella neve. Si gira verso di te e dice: -Questo libro prima o poi lo comprerò-
Non è triste, nè abbattutto. Ma comprendi ugualmente la frustrazione di non poter comprare un libro desiderato.
E ti decidi.
Afferri Il Sergente nella neve, afferri La Morte ci sfida, cacci la carta di credito e paghi.
Mr. Librario sorride. Anche per lui era una Domenica di merda.
Ti porge la busta e ti ringrazia.
E tra i fogli di plastica di una busta color kaki, c'è lui, il reverendo.
E davanti a te c'è Fra. Con gli occhi rossi dal freddo e felici. Come un bambino di 10 anni.

venerdì 26 settembre 2008



Una scenografia è addossata alla parete. Domani i facchini la porteranno via.
Ma stanotte starà qui, ed io potrò dormirci accanto.
Sul telo di seta che lui mi ha tirato.
Baciami, stronzo. E poi buonanotte.

lunedì 22 settembre 2008

Death Note


E' finito.
Alleluja!

Non lo leggo dal numero 7 (o 8?) e non ho intenzione di saperne la fine.
Ho provato a vedere l'anime. Stesso risultato. Alla diciassettesima puntata ho miseramente mollato.
Mi sono rotta le palle.
Ma proprio sfracassate.

A me la strategia fa schifo. Non ci sono portata.
Però ho finito Death Note. Non fosse che lascio una collezione incompleta.

Death Note è finito. Prima ed ultima esperienza con i manga.

Chiuso!

venerdì 19 settembre 2008

Pace all'anima di Crichi


Sto lentamente acquisendo le sembianze di una base di atterraggio muffin.
Sto male.. Farò la fine di Crichi, il mio criceto.
Che c'è rimasto tentando di mangiare una carota intera. La mattina l'ho trovato morto, con la pancia aperta e le budella di fuori. E' scoppiato.

Soldi Sporchi, di Sam Raimi e Sly, di Banana Yoshimoto

Da ieri ho deciso: ogni film che vedo ed ogni libro che leggo, dovrà insegnarmi qualcosa. Non sarà più un processo incosciente di una bimbina curiosa di sapere. No. Dovrò studiare a fondo i processi creativi e narrativi e riproporli su me stessa.
Così da poter controllare le mie scelte narrativa, progettare le strutture ed alla lunga prevedere le difficoltà.

Soldi Sporchi.
Regia di Sam Raimi, con Bill Paxton, Bridget Fonda, Billy Bob Thornton. In un film del 1998.



Tre amici trovano una valigia piena di dollari in un aereo precipitato. Decidono di dividerseli ma i contrasti emergono rapidamente. Per di più i soldi sono il riscatto pagato per un rapimento e c'è chi pretende di averne più diritto.

Un film lineare. Sceneggiatura serrata, semplice e concisa. C'è un preciso rapporto causa/effetto. Succede qualcosa che implica qualcosa, sempre più coinvolgente, sempre più ricco di pathos e di suspance.
Che poi diciamolo. La prima fine si sa, non ci stanno cazzi. La seconda fine no. Almeno io, nella mia ignoranza, non avrei mai osato immaginarla. Ma anche la seconda fine sarebbe potuta essere prevedibile. Perchè è anch'essa una diretta conseguenza di eventi e parole precedenti.

Sly,
di Banana Yoshimoto.



Tokyo, oggi. Kiyose, la giovane donna che racconta la storia in prima persona, viene a sapere che Takashi, un suo caro amico bisessuale con il quale aveva avuto una relazione, è sieropositivo. La notizia sconvolge il piccolo cerchio di amici di cui fanno parte anche Mimi, l'attuale compagna di Takashi, e Hideo, un giovane gay che a sua volta ne era stato l'amante. Hideo e Kiyose si convincono a fare il test, il cui esito si saprà non prima di due settimane. Per sfuggire all'intollerabile attesa, gli amici decidono di realizzare un vecchio sogno: visitare insieme l'Egitto. Il viaggio, intenso e a tratti rarefatto, prevede come ultima tappa Roma, che riserva loro l'incanto degli attimi che si sanno irripetibili.

Ho scoperto questa scrittrice per caso.
Ne ho sentito parlare tantissimo, soprattutto di Kitchen. Ma io sono idiota, e gli autori troppo lodati e troppo sbrodati li snobbo. Cosa che avrei dovuto fare anche con l'eleganza del riccio, ma che non ho fatto.
Banana Yoshimoto mi piace.
Seppur la sua narrazione calma arriva a dei picchi snervanti.
Lei parla, parla, parla. Di case, di templi, di paesaggi, del cielo.
Un viaggio inizia, dura e finisce. E finisce anche il libro. Una linearità che non ha niente di entusiasmante.
Se non la crescita individuale dei tre personaggi.
Che forgiano la loro personalità, una e trina, soprattutto in relazione alle persone che stanno loro attorno. Nello specifico una donna, giapponese anch'essa.
E proprio grazie agli eventi esterni e contingenti scopriamo molte cose che altrimenti non avremo mai saputo.

Ed ora, qualcosa di completamente diverso (cit.).
Nella mia libreria, sotto la scrivania, sopra le mensole e dentro le scatole colorate, ci sono 260 libri.
Mentre dormivo, il mio cervello mi ha proposto una pazzia.
E se li disponessi in ordine alfabetico?
Ne infilo il più possibile nella libreria ufficiale. Poi passo per le mensole e per le scatole. Ed infine, sotto il letto ci metto quelli ancora non letti.
Urgesi consiglio! Soprattutto da te, Lù! Che so già che mi dirai.

mercoledì 17 settembre 2008

Le Avventure di un Rosso Piccione (6)

Il rosso piccione è seduto sul divano.
Gambe incrociate, cucchiaio da minestra e barattolo di Nutella da un chilo.
Sono le 3 di notte mentre la tivvù passa Sex&Zen.
Il nettare degli dei scivola nel gargarozzo ed il film procede. Non avvince ma convince.
Ma all'improvviso, mentre in tivvù i due giapponesi copulano come Tarzan ha insegnato, il rosso piccione percepisce qualcosa.
Tra le sue zampette, una forza inaspettata spinge il barattolo verso l’alto.
-Ma che cazzo succede?- urla.
-Ma porca puttana! E questo mo che cazzo è?-
Il rosso piccione si alza in piedi e butta il cucchiaio. Lancia il barattolo e schizza sotto il divano.
Pregando che quella cosa non l’abbia visto. E’ verde e zampettuta e cerca di arrampicarsi sulla superficie scivolosa del barattolo.
-Ma tu guarda se una cacazzella di cimice deve rovinarmi il film!-

Dopo aver riflettuto un’ora e mezzo, il rosso piccione decide di osare. Tornato alla sua postazione, più concentrato che mai, emette il suo urlo da battaglia. Che noi umani non possiamo comprendere, quindi non sarà qui riportato.
E mentre la cimice sguazza nel barattolo di Nutella cantando Everybody needs Somebody, il rosso piccione apre gli occhi.
Apre il becco e la ingurgita.
Degustando, per la prima volta Cimice&Nutella.
Prova un piacere così intenso, che un orgasmo fulminante lo coglie alla sprovvista. E schizza sul divano Chateau D’Ax. Quello nuovo, di pelle rossa. Che si era regalato il padre dopo anni di sacrifici.

lunedì 15 settembre 2008

La Taschen mi molesta

Adoro i venticinquennali.
Soprattutto quello della Taschen.
E ci sto dando dentro di brutto. Spendendo sufficientemente poco!

Per il momento ho:


Terryworld, di Terry Richardson

e




Roy Stuart I e II.

Ma qualcosa mi frulla in testa, e domani forse vado ad ordinare Man Ray e London Style. Poi giuro che basta!

Ma è che fuori piove, e non c'è niente di più bello che stare sul letto, a gambe incrociate, con la camomilla ed un librozzo. In questo periodo mi va di foto. E basta.

domenica 14 settembre 2008

Space Invaders in London

Passeggiavamo per Londra.
Inquattata sotto l'ascella di Fra, scrutavo le case, i muri, i negozi.
Ad un certo punto mi fermo e sorrido.
Ma che ficata, penso.
Fra continua a camminare. Io rimango a bocca aperta a ridere.
Che c'è? domanda.
Guarda lì, in alto.
Che dovrei vedere?
Guarda!

E' andato più o meno così, il primo avvistamento.
Se avessi avuto un arresto cardiaco avrebbe reagito allo stesso modo. Solo che dopo avermi vista stramazzare al suolo si sarebbe anche preoccupato.
Ma bando alle ciance, l'invasione aliena è iniziata. Ed in pochi se ne sono accorti. Si nascondono dietro anonime pareti, anonime persone, anonimi palazzi.
Ma ci sono.
Ecco i primi tre avvistamenti:



Su Black Prince Road.



Su Bayswater Street.
Poco davanti la fermata di Nothing Hill Gate.



Non me lo ricordo.
Porca miseriaccia. Comunque è dalle parti di Oxford Street. Su qualche vicolo.

P.s. Cercando in giro per la rete ho trovato:
Il sito ufficiale.
Questo altro sito: Art of the State.
E questa pagina Flickr: Space Invaders London.
Ora mi registro e do anch'io il mio piccolo contributo!

giovedì 11 settembre 2008

Passètt Passètt

Ho appena mandato l'intervista a Leo Ortolani. Mi sento un tintinin soddisfatta.
Dove sarà la fregatura?

Intanto mi sono ufficialmente arruolata tra i collaboratori di questa rivistina indipendente e trimestrale: Re-Volver
Un passo avanti è stato fatto.



Ma quant'è bella sta foto?
Peccato sia così piccola.

mercoledì 10 settembre 2008

Bis e Cot

La triste storia. di Biscottino e Biscottina. sbranati in una mattina londinese. in un alberghetto substandard. mentre Fra dormiva ed io mi annoiavo.

Letto matrimoniale un po' scomodo.
Due singoli accostati che non permettevano loro di avvicinarsi. A meno che non volessero precipitare nell'abisso.
Chiacchieravano dal bordoletto. Biscottino e Biscottina. Si guardavano negli occhi e sorridevano. Poi lei si intristiva e lui pure.
Lei scherzava e pure lui.



Ad un certo punto lui osò.
Reggendosi sulle mani iniziò a spingersi in avanti, a mo' di alligatore.
Trascinava le gambe portandosi verso di lei, e sradicando le già precarie lenzuola.
Fu da lei.
Braccia e testa dillà e busto e gambe di quà.
Lei rideva e lui digrignava.
Le scoprì la pancia e le fece le pernacchie.
Lei si dimenava dal solletico.
E rideva a squarciagola. Svegliando, alle 6 di mattina, tutto l'albergo dalle pareti di carta pesta.
Le staccò una gamba.
Alzò la testa, stese il collo e buttò giù.
L'arto.

Lei rideva. Provando un solletico così forte che quasi faceva male.
E per sbaglio gli strappò la gamba. Poi la prese e la infilò in bocca. Succhiandola. E sgranocchiandola avidamente come fosse un Togo.



Erano stupendi.
Uguali, mutilati e felici.
Ma lei aveva fame. Era golosa di dolci, e di fragole.
Così, fece per baciarlo. E lo baciò.
Fece per accarezzarlo, e lo accarezzò.
Fece per mozzicarlo, e lo mozzicò.
E com'era buono.
Sapeva di pan di pan di zenzero.

Alle 14 il British puzza di minestrina

Tornata ieri.
Casa è troppo grande, troppo tranquilla, troppo disponibile ed accondiscendente.
Sono andata al comune di Poggio Picenze a chiedere la mappa della metro, ma poi ho dovuto spiegare alla donnina dietro la scrivania (mia cugina in terza) cos'è una metro.

Il cibo è semplice.
Ieri sera volevo mangiare cous cous ma mamma m'ha fatto due fettine di merluzzo e zucchine.
I capelli sono troppo morbidi e troppo puliti e l'aria è così ferma.

Da oggi pomeriggio torno in facoltà a studiare. Inglese!

P.s. Fuori c'è un sole accecante. Prendo l'ombrello?

lunedì 1 settembre 2008

Ma.. Quasi quasi..


Andrei.
La donnina scassapalle mi attente!

sabato 30 agosto 2008

Suor Lecca Lecca ed il Lecca Lecca



Ed eccomi di nuovo quì, nel disperato tentativo di dare nuove parvenze a questo blog. Senza, ahimè, riuscirci.
Se ci fosse qualche anima pia che ha voglia di cazzeggiarci, me lo faccia sapere. Avrà tutta la mia gratitudine!

Per fortuna questa estate sta terminando.
Probabilmente è stata la peggiore che io ricordi. All'insegna della colite cronica causata da stress e nervosismo.
Nonostante a me sembri di stare rilassatissima.

Martedì parto.
Londra.
Cazzo.
Non ci sta niente da fare, a me, volare, spaventa. Tanto, ma così tanto, che è proprio tanto!
Eppure quando sono tornata dalla città che amo, a Marzo, non vedevo l'ora di ripartire. Adesso, invece, ho già i patemi.
Per il momento mi dedico ai preparativi, che sono la cosa più gustosa che c'è.

Per la cronaca, a L'Aquila ha aperto una nuova fumetteria, che si occupa anche di fotografia.
Lode a te, santa Valentina.
Si chiama Ucronìa, e si trova in Via Roma 34.
Io ho già fatto visita più di una volta, trascorrendo un intero pomeriggio (o quasi) a chiacchierare con Valentina, appunto, la proprietaria.
Sono felicissima.
Se vi trovate da quelle parti fateci un salto. E' veramente bella.
Piccola ma bella!

venerdì 8 agosto 2008

Ultimamente questo spazietto sta facendo abbastanza schifo.
Colpa mia e del caldo.

Ma mi sto rinnovando. Piano piano e bene bene.
Buone vacanze!

martedì 29 luglio 2008

La Breve Felice Vita di Francis Macomber, di Ernest Hemingway



Solo il titolo è uno spoiler.
Un individuo di sesso maschile diventa veramente uomo quando caccia le palle. E non è un modo di dire.
Quando ha il coraggio, quello vero. Quello che, se manca, fa fuggire a gambe levate davanti a un leone.
Ma che, se c'è, fa affrontare a testa alta un bufalo.
Anche se incarognito, con le froge aperte, carica contro.

Un individuo di sesso maschile non è un uomo se ha tanti soldi, una moglie un po' puttana e la fifa.
Se non ha il coraggio di lasciare la sua donna pur sapendo che sta con lui solo per i soldi. Che si sono spenti insieme, per via dell'abitudine. Che lo tradisce sotto il naso, a distanza di una tenda.

E quando un individuo di sesso maschile diventa davvero un uomo, uno di quelli con le palle coraggiose, ecco che muore.
Da una macchina. Un colpo secco. Mentre sta affrontando un bufalo con le froge aperte che gli carica contro.
Perchè sono le palle che spingono un uomo a lasciare la moglie un po' puttana.
Perchè quando un individuo di sesso maschile diventa un ometto, ha anche il coraggio.
Coraggio di osare, ed orgoglio. Orgoglio per farsi rispettare.

Morale della favola: donne sempre un po' puttane e mariti vigliacchi. Che diventano uomini un tantino troppo tardi.

lunedì 28 luglio 2008

Ieri, di Agota Kristof



Uno spillo entra fulmineo sotto pelle.
Fa un male cane ed esce.
Una goccia di sangue e basta.

domenica 13 luglio 2008

Das Cabinet des Dr Caligari

Ogni locandina è più bella dell'altra.
Rimango troppo tempo a contemplarle.






sabato 12 luglio 2008

Dei Bambini non si sa Niente, di Simona Vinci


Prendete I Santi Innocenti, di Claudio Camarca, e Frisk, di Denis Cooper. Fondeteli.
Ne uscirà Dei Bambini non si sa Niente, di Simona Vinci.

Questa scrittrice esordisce con questo libro nel 1997.
Lo manda a Lucarelli e glielo pubblicano.
E' un romanzo di bambini, di esplorazione, di riviste pornografiche e di racchette.
E' un romanzo tosto, veramente.
Trova le fondamenta sull'ingenuità che spinge un pedofilo ad essere pedofilo, e sul sesso. Un sesso tra bambini, in età puberale.
Un sesso che sa di sudore, di terra e di melone bianco.

So che questo libro ha scandalizzato molto. La Vinci, addirittura, è stata etichettata come malata.
In tutti i suoi libri che ho letto, il sesso dei bambini è sempre presente. Come argomento portante o come interludio. Ma non penso sia malata. Penso abbia piuttosto un pallino. Qualcosa che fa parte di lei, e non propriamente dei personaggi che tratta. Ma c'è da dire che ne parla divinamente. Con disilluso realismo, e molto molto tatto.

E' un bel libro. Che si legge in due ore e ti lascia un po' stordito.
Ma ne vale la pena.

venerdì 11 luglio 2008

Le Avventure di un Rosso Piccione (5)

Stanotte il rosso piccione è tornato molto tardi. O molto presto, che dir si voglia.
Alle 5, 05.
La mamma lo stava aspettando. Sull'uscio della sua camera, con la bavetta secca su una guancia e gli occhi di fuori dalla rabbia.
Il rosso piccione era ubriaco.
Dondolava e non si reggeva sulle gambe. Cercava di rispondere, ma biascicava. Ed le sue parole sapevano d'estate e di mojito.

Accanto alla stanza del rosso piccione, accanto alla cazziata, c'era la sorella del rosso piccione.
La marrone colombella.
Che stava beatamente dormendo.
Lei ha tanto bisogno di dormire, perchè sta preparando un esame. Lei anche sarebbe voluta uscire, ubriacarsi come una scimmia e fare l'alba. Ma lei è responsabile e sa che prima c'è il dovere e poi il piacere.

Svegliatasi di soprassalto, la marrone colombella, ha spalancato la porta ed è uscita in corridoio.
Brandendo il suo uzi ha aperto la bocca ed ha iniziato ad urlare. Come un gabbiano in picchiata sul pesce. Come un maschio che fa l'elicottero.
Ha fatto capire che stava dormendo. Lei.
Il rosso piccione si è nascosto in camera, biascicando un rutto ed una scusa.
Ha serrato la sua porta e non s'è più sentito.
La mamma ha abbracciata la marrone colombella e l'ha ringraziata. Ha provato a baciarla, ma lei è svenuta. L'alito notturno della mamma puzzava di morte e di cose lontane (cit.). Davvero troppo.

mercoledì 9 luglio 2008

Idiotauro

domenica 6 luglio 2008

L'Uccelletto, di Trilussa.

sabato 5 luglio 2008

E se facessi la puttana su Second Life?


Vado spesso in giro per i mercatini cercando libri e cose "vecchie".
E nella maggior parte dei casi mi ritrovo sempre con buste e bustine piene di gingilli che avranno vita breve.
Anche i libri che compro, o mi colpiscono per la copertina e non li leggerò mai, o li cerco volutamente. Fatto sta che vince sempre la prima ipotesi. La seconda si realizza molto raramente.
Oggi no.
Oggi il fato mi ha stupito.
Le ipotesi si sono realizzate entrambe.
Ma andiamo con ordine.

Ho trovato il num. 13 di Horror Pocket, del 1974.
Si intitola Nero di sera.. Apocalisse si spera...! il che di per sè è tutto un programma.
Ovviamente l'ho fatto mio. Con copertina e disegni del genere, cos'altro avrei potuto fare?

Dopo una tappa obbligata alla """"""""fiera"""""""" (da notarsi le otto doppie virgolette) del fumetto de L'Aquila, e dopo una prevedibilissima madornale delusione (DiBe hai fatto bene a non venire), mi sono andata a consolare ad un altro mercatino.
Più polveroso del necessario ed altrettanto squallido.
E qui il fato mi ha preso a braccetto e mi ha accompagnato per tutti gli scaffali.
Ed ho trovato "Rumble Tumble" di Lansdale, e "Gotico Americano", di Bloch.

Ed infine, come se non bastasse, ho trovato una marea di numeri di Detective Dante per Fra.

L'unico dubbio che ho, è: Non è che qualcuno, o chi per quel qualcuno, mi vuole consolare per una delusione che sto per ricevere?
Argh!

P.S. Ieri ho derubato due librerie delle opere di Agota Kristof e Eraldo Baldini. Ma non ha importanza. Con i libri a metà prezzo non si guarda in faccia a nessuno!

giovedì 3 luglio 2008

Lei non sa chi sono io!



E' appena successo! E' stata una cosa che non sarebbe mai dovuta accadere.
Perdendo tempo in rete, sbocconcellando qua e là i siti, mi sono imbattuta nel netlog di una tipina dal nick b4mbolin4_hous3. Una tredicenne romana che nulla ha da spartire con me.
Forse.

Siamo OMONIME.

Non sarebbe dovuto succedere! In Italia siamo scarse 10 persone ad avere un cognome così strampalato (che mi ha portata ad essere derisa anche dai professori), figuriamoci se una persona, tanto più piccola e già provocante, si debba proprio chiamare Sara!

Mi sento espropriata di un mio diritto imprescindibile. La mia unicità!
E se qualcuno cercasse il mio nome su google e per sbaglio la dovesse trovare? E che penserebbe se leggesse quel nick loliteggiante?
Tra le altre cose, mi sono appena registrata su netlog, ho fatto tutta la trafila similburocratica per attivare l'account, e che scopro?? Che la tipina se la tira pure! E non la si può contattare a meno che non si è suoi amici.

Vi avviso! Qualunque cosa assurda doveste trovare in rete, ricordate che non sono io!
Chiaro?

Dreaming for Chocolate

Più non voglio vedere come mi sono ridotta, più la dura realtà mi si vomita addosso.
Il mio cervello ripete in maniera ossessiva sempre lo stesso nome, gioco con il telefono digitando il suo numero ma sul momento di schiacciare il fatidico tasto, mollo tutto e fuggo via. Andandomi a nascondere sotto il letto.
Studio, quello si.
Anzi, almeno quello.
Giusto per non mandare tutto in malora, e sperando che quando riaprirò finalmente gli occhi, qualcosa di concreto c'è.

Mi piace cercare su google le immagini più idiote.
E' il modo che preferisco per pensare e per mandare la mia mente altrove.

Ma perchè il risultato è sempre questo?

lunedì 30 giugno 2008

Lil' Bush



Chissà che sarebbe successo in Italia se avessero fatto un cartone satirico su Silvione nazionale!
Ma mi accontento anche di quello su Bush. Un po' di sana ironia e paraculaggine non fa mai male. E con la scusa miglioro il mio inglese.

Trovate le puntate sul sito ufficiale di Lil' Bush.

venerdì 27 giugno 2008

Madame Harakiri


L'ho scritto.
Letto, riletto e finito.
Ma perchè non smetteri mai di metterci le mani? Perchè ogni volta che lo rivedo mi sembra che qualcosa non vada e ristravolgo tutto??
E soprattutto, perchè adesso che l'ho stampato e letto per l'ennesima volta, mi fa ufficialmente schifo?

giovedì 26 giugno 2008

Cazzolona

lunedì 23 giugno 2008

Le Avventure di un Rosso Piccione (4)

Immaginate il sottofondo di Orgasmatron, dei Motorhead.
Ta-tatata-n ta-tatata-n ta-tatata-n.
Ed immaginate un rosso piccione davanti allo specchio che si spara le pose.

E' da quando era piccolo che il rosso piccione è appassionato di wrestling, e Tiple H è il suo wrestler preferito.
Peccato che sin da quando era piccolo, non aveva mai trovato uno specchio per vedere il suo corpo e testare i suoi muscoli.
Così sceglieva gli specchietti delle macchine, estremamente grandi ma infinitamente scomodi.
E si metteva lì, a cantare ta-tatata-n ta-tatata-n.
Così come il suo idolo aveva The Game lui aveva Orgasmatron. Perchè diciamolo, infondo infondo anche lui pensava che la religione fosse solo morte e sofferenza. E non c'era canzone che lo rispecchiasse di più.

Fino a quando, un giorno d'estate, con il caldo che picchiava fetente, la macchina sulla quale si stava specchiando si mise in moto e partì in retromarcia.
Il rosso piccione che stava osservando il suo bicipite scivolò e cascò a terra.
Si fece un male cane alla zampa, pensava se la fosse rotta.
Ma poi la macchina che lo aveva atterrato, ripassò. E la zampetta quasi rotta fu definitivamente spezzata.

sabato 21 giugno 2008

The revelation


Il periodo prima degli esami per me è sacro.
Ansie a più non posso che generano sensi di colpa per mancato studio.
E sembra quasi che me ne diverta, perchè rimango ore ed ore a vedere telefilm. Altrimenti sarebbe troppo facile, no?

THE REVELATION.
Ossia il bene per antonomasia, Gesù Cristo, contro il male propriamente detto: Satana.
Ma anche la scienza contro la religione.

La fine del mondo sta per arrivare, niente e nessuno può evitarlo.
O forse si?
In un mondo in cui la moneta è il bene più prezioso e la superstizione vige sovrana, le forze del male trovano terreno fertile per infiltrarsi.
Ed il momento propizio è giunto. Il satanista Isaiah Haden mette insieme l'Armata delle Tenebre ed è pronto a far nascere l'anticristo.
Nulla di più facile, se ad ostacolarlo non ci fossero la suora idealista e lo scienziato depresso.

The revelation è un telefilm fico.
Non è niente di straordinario, avvince ma non convince.
Il ruolo predominante è della Bibbia, di cui vengono citati i passi non solo dalla bocca dei personaggi, ma anche da stacchetti tra una pubblicità e l'altra.
Volti di madonne e di cristi compaiono ad ogni angolo, insieme a croci ribaltate e pentacoli capovolti.
I personaggi si muovono per compartimenti stagni.
Il buono è buonissimo, il cattivo è cattivissimo e quello di mezzo non si schioda dalla sua passività.
Il primo è la suorina (Natasha McElhone). Dolce, carina e testarda. Che si fa suora per dare risposte alla sua esistenza . Il secondo è il satanista (Michael Massee). Che sacrifica i bambini e si taglia le dita. Il terzo, infine, è lo scienziato (Richard Massey). Che se non ci fosse stato, sarebbe stato meglio. E' un braccio che soddisfa le richieste della suora e nulla più. Rischia la vita ad ogni puntata ma non la perde mai. Ahimè.

Degni di nota sono i luoghi in cui è ambientato: si vola dagli Stati Uniti, a Praga, da Roma a Firenze fino ad arrivare in Israele.
E per me, che sono un'innamorata cronica di Praga, rivedere Mala Strana, Ponte Carlo, l'isola di Kampa, piazza dell'orologio, è stato puro godimento.

Infine, segnalo il cast di tutto rispetto:
Tra le guest-star gli attori John Rhys-Davies (”Il Signore degli Anelli”) nel ruolo del prof. Lampley, Tobin Bell (”Saw - L’Enigmista”) nel ruolo di Nathan Volk, Fionnula Flanagan nel ruolo di madre Francine Maye e Fred Durst, leader dei Limp Bizkit, nel ruolo di Ogden.

Questo telefilm è composto da sei puntate mandate in onda dalla Fox tra Marzo ed Aprile del 2007.
Nonostante le infinite critiche che leggo sui forum, per me vale la pena vederlo.

venerdì 20 giugno 2008

The Pop Corn Man

Oggi, comunque vada, sarà l'ultimo giorno che trascorro collassando tra un angolo e l'altro della mia facoltà, pregando che qualcuno lissù mi dia la forza di non fare c: format al mio cervello.
Per quest'anno.

Avrei avuto tante belle cosine da scrivere su questo blog, se l'ansia dello studio non mi avesse ridotto ad una larva.
Che poi strana, l'ansia ce l'ho perchè devo studiare, non perchè ho l'esame.
Oddio, adesso che ci penso, ce l'ho anche per l'esame, ma perchè è tra un paio d'ore!



P.S.: Quesito esistenziale: Perchè un uomo, ai sottocosto di Media World, si dovrebbe comprare un silk epil??

giovedì 5 giugno 2008

Violenza nei Media



Mi sento particolarmente coinvolta da questa strippetta. Quindi la posto!

lunedì 2 giugno 2008

Best Ten Books

Continuo la catenella passatami da Luca.
I 10 migliori libri che ho letto nell'ultimo anno?
Orbene.. Si parte!

1. Trilogia della città di K., di Agota Kristof. In assoluto il più bel libro che abbia mai letto.
2. La notte del Drive In, di J. R. Lansdale;
3. La Strada, di Cormak McCarthy;
4. Lettere al mio Giudice, di Simenon;
5. Terra di Nessuno, di Eraldo Baldini;
6. I Santi Innocenti, di Claudio Camarca;
7. Almost Blue, di Carlo Lucarelli;
8. Trilogia Nera, di Leo Malet;
9. Incubo a Seimila Metri, di Richard Matheson;
10. Middlesex, di Jeffrey Eugenides.

E' stata una faticaccia elencarli. Soprattutto perchè da un anno a questa parte sto leggendo quasi esclusivamente Lansdale.
Non chiamo nessuno a continuare questa catenella. Chi vuole, si può accodare!

venerdì 30 maggio 2008



Perchè a Sex And The City si sfondano di dolci e sono sempre così magre??

Com'è ingiusto il mondo reale!

mercoledì 28 maggio 2008

E se progettassi un'astronave?

Ci sono certi giorni, in cui tutto gira storto.
Troppi no affollano la testa, e basta un pizzico di sale, che la torta è da buttare.
Ci sta un piatto di fagiolini, verdi, freschi, che sembrano croccanti. Appena lavati, che hanno quel lucido che già ti fa brontolare lo stomaco. Quasi da mangiarli crudi.
Pensi siano per te, perchè la mamma sa che ne vai pazza. E ci speri, e lo credi.
Leggi delle interviste, che ti fanno un po' tanta invidia.
Di persone affermate che si crogiolano su quello che hanno scritto. Che hanno viaggiato, per promuovere i loro lavori, e che hanno goduto, a spiegare i retroscena della stesura.
E ti scende una lacrima. Perchè un po' rosichi, ma ci speri pure. E vorresti tanto crederci.
Ma tanto ci sono i fagiolini, quasi croccanti. Che immagini già tua mamma che li butta nella pentola con un po' di pomodoro, e te li cuoce. Ma poi non lo fa. Li mette con i peperoni. Che tu non mangi. Ma non perchè non vuoi, ma perchè non puoi.
E tutto finisce.
Tutto collassa come la torta col pizzico di sale. Come la scrittrice che spera e credere ai castelli in aria. Come i fagiolini coi peperoni che non si possono mangiare.
E ti fa male lo stomaco. Perchè l'ansia te lo fa sempre.

venerdì 16 maggio 2008

Ubik

E' un buchino nelle mura antiche de L'Aquila, freddo ed umido. Devi scendere delle scalette strette ed alte, per arrivarci.
A volte ti viene il fiatone, perchè se ci arrivi da sotto, devi fare una salita ripida così.
E' la mia libreria speciale. Quella dove mi rifugio per appesantire ancora di più la pila di libri da leggere. E' il posto dove vado quando ho voglia di regalare qualcosa a me stessa, ma anche quando voglio fare un regalo a qualcuno.
E' la mia culla, che mi fa sognare ad occhi aperti. E guardo e riguardo gli stessi titoli, scorrendo lo sguardo tra i classici, i fantasy, gialli, noir, saggistica, arte, letteratura per ragazzi e fumetti. E poi c'è il bancone, dove ci sono un uomo ed una donna timidissimi. E loro sono i librai, quelli veri.
Quelli con cui parli di libri, di fumetti, e di film, che sai che hanno i tuoi stessi gusti perchè prendono quasi solo roba che piace anche a loro.
Loro sono i librai che ti consigliano, che non ordinano soltanto, ma chiedono anche.
Loro sono i librai, che accettano i consigli dei lettori, che non sanno tutto a priori solo perchè guardano le copertine.
Quella libreria è il mio rifugio, e di tanti altri che, come me, hanno trovato una libreria degna di chiamarsi tale. Che non è solo scaffali pieni di merce in vendita. Che non è solo sotto alla lettera L.

Tra un paio di mesi questa speciale libreria chiuderà. Non so perchè, ma domani vado a ritirare gli ultimi ordini.
Vorrei tanto chiederlo, ma meglio di no, in caso fosse qualcosa di triste.
Spero sbaracchino tutto perchè hanno avuto modo di realizzare il loro sogno. Punto a basta.

giovedì 15 maggio 2008

Piantiamo?


Mamma dice che è normale, ma per me è strano.
In primavera mi viene sempre voglia di accudire una pianta tutta mia. Non foss'altro, appunto, che le mie piante durano solo una stagione.
L'anno scorso ho affrontato i bonsai, ma ne sono uscita sconfitta.
Sia Melissa la serissa che Olmo, l'olmo, si sono seccati. Dopo che ho fatto di tutto per salvarli e che mi avevano illusa di essersi ripresi. Ero così felice che credevo di avere il pollice verde.

Ma non mi sono data per vinta, e ieri c'ho riprovato.
Stavolta è una cosina un po' meno ambiziosa, ma ancor più affascinante. E' una pianta carnivora.
E' la classica Dionea, quella con 87346834 bocche che si aprono e se ci infili qualcosa dentro, si chiudono. E che vendono tutti, anche al supermercato.

Ho deciso di non darle un nome, visto che tutte le piante che battezzo, muoiono. sarà perchè preferiscono la morte piuttosto che continuare a vivere così appellati?

Che poi, ieri al vivaio, l'ho presa e le ho messo il mio indice in una bocca, non conoscendo la loro spiccata reattività. Mi ha presa alla sprovvista. Ha chiuso le fauci e bum. Son saltata addosso ad un tizio che portava due scatoloni di piante di pomodori.
Ehi, sta'attenta che ji tengu le cose serie! M'ha detto.

Comunque presto farò qualche foto, giusto perchè non voglio farmi mancare niente.

venerdì 9 maggio 2008

Fuoco e Fiamme!

Oh cazzo sono al giro di boa!
Non so quante pagine ho scritto, penso poche, ma le conterò solo quando sarà tutto finito. Sennò mi vengono le paturnie e non scremo più niente.
Ma ora sono al giro di boa. E proprio adesso viene la parte più splatterosa. Più schifosa, più nuda e più cruda.
E griderò Fuoco e Fiamme!



O, molto più probabilmente, verrà fuori una schifezza tremenda. E griderò non fatemi soffrire, uccidetemi subito!

giovedì 8 maggio 2008

Pangea Day

PANVISION E ACCADEMIA DELL’IMMAGINE
PER IL PANGEA DAY DELL’AQUILA

Sabato 10 maggio, ore 20.00 Piazza Palazzo – L’Aquila

Nelle Piazze italiane di L’Aquila, Roma, Catania e Milano, in quelle di New York, Hong Kong, El Cairo, Gerusalemme, Londra, Rio de Janeiro e Tel Aviv, saranno due miliardi le persone che assisteranno al Pangea Day.

New York, Hong Kong, El Cairo, Gerusalemme, Londra, Rio de Janeiro e Tel Aviv e in Italia Catania, L’Aquila, Milano, Roma sono alcune delle città di oltre 400 paesi dei cinque continenti che il prossimo 10 maggio per la prima volta nella storia, si collegheranno in contemporanea, nonostante diversi e opposti fusi orari da ogni capo del mondo, per il Pangea Day nato sotto la spinta del TED Conference di New York – Technology, Entertainment e Design e l’idea di realizzare un evento che unisca il mondo attraverso l'uso di video e film.

Nelle piazze e nei locali di incontro di queste città sarà possibile assistere a proiezioni di filmati selezionati tra dicembre 2007 e gennaio 2008, su YOUTUBE e che saranno proiettati con lo scopo di creare un momento globale e simultaneo di riflessione sociale. In tale contesto verranno proiettati anche alcuni cortometraggi realizzati dagli studenti dell’Accademia dell’Immagine.
A L’Aquila in Piazza Palazzo, nello spazio antistante il Comune sarà montato un grande palco con telone per la video proiezione e posti a sedere per permettere a tutta la cittadinanza aquilana e non solo di assistere e partecipare all'evento. Sono stati invitati a commentare l'idea e i messaggi di rinnovamento sociale e globale diverse personalità del mondo culturale attivo nell'ambito dei
diritti umani e della difesa delle minoranze. Prima e dopo la trasmissione musica, spettacoli e performances artistiche evocative del messaggio del PANGEA DAY accompagneranno l'evento.

Alcuni video di presentazione della manifestazione sono visibili su www.pangeadayitalia.com,
www.youtube.com/group/pangeaday.
Sui siti www.pangeaday.org e
www.panvision.blogspot.com è possibile avere ulteriori informazioni su un progetto che per la sua originalità e forza ideale ha davvero mobilitato migliaia di persone in tutto il mondo.

lunedì 5 maggio 2008

More than meets the eye!

sabato 3 maggio 2008

Frisk, di Dennis Cooper


Un'educazione sentimentale alla rovescia, fatta di droga, deliri omicidi, sesso estremo. Il discusso romanzo americano in cui convivono orrore e innocenza. Cooper racconta storie di squartamenti, sevizie, carneficine con un linguaggio crudo, secco e incisivo.

Sono 157 pagine di puro schifo e sgomento.
Per quanto mi riguarda, ho avuto la nausea, sono stata pallidissima ed una volta sono anche corsa in bagno a vomitare.
Sono stata davvero male perchè è il libro più estremo che abbia mai letto, e non mi sento di consigliarlo a persone sensibili.

Lo stile asciutto e conciso della scrittura, rapiscono il lettore, portandolo a leggere le peggiori cose. Ed impedendo di staccare gli occhi. Io ho avuto proprio questo problema: mi faceva vomitare e volevo continuare a leggere. Non potevo andarmene senza averlo finito.

Per fortuna lo pseudo happy end, nelle ultime pagine, fa vedere in chiave diversa, forse comica, gran parte dell'opera.
Ma che robba!