domenica 10 aprile 2011

Il cambio di stagione


Ogni anno, ogni cambio di stagione, è per me un momento catartico.
Da quando vivo da sola è diventato anche abbastanza stressante perchè devo portare ogni volta bustoni carichi di panni da una casa all'altra, che poi non ho pochi vestiti, quindi tre piani di scale a piedi carica come neanche babbo natale è abbastanza faticoso. Anche perchè il mio cambio di stagione non dura un giorno bensì almeno un mese. Un mese (), durante il quale indosso sia panni invernali che estivi, anche perchè a L'Aquila fa freddo, ma un freddo cane e spesso l'escursione termica è di circa 20 gradi.
Comunque, ieri toglievo i pantaloni di panno, un paio verde e un paio a scacchi viola, marroni e gialli. Hanno un taglio elegante, con le abbottonature doppie, con i risvolti all'insù, belli, bellissimi, da donna. E mentre li piegavo mi domandavo cosa o chi sarei stata l'anno prossimo, quando in virtù del freddo li avrei tirati fuori da quello scatolone verde. Chissà se avrò ancora le mie paturnie, chissà che lavoro farò, chissà se avrò preso coraggio a un milione di mani per (ri)niziare a (ri)scriere qualcosa, chissà se i progetti progettati saranno andati in porto. Chissà.. Un anno passa svelto, anzi, più o meno sei mesi, ma io so come cambia alla svelta la vita, e mi chiedo tra sei mesi dove e come sarò. Anche perchè, quei pantaloni da donna, variopinti ma pur sempre dal taglio serioso, quest'inverno li ho messi davvero poco, perchè sono da donna, da donne in carriera che si devono vestire bene, e per andare al call center, almeno per me, sembravano perdere valore.
-ora potrei iniziare la disquisizione su me che li indosso, se valgo, non valgo, valgo poco o tanto, ma questo è un altro discorso-
Poi ho preso la salopette nera, di velluto a coste larghe, una salopette da idraulico freddoloso, che ho comprato a un prezzo stracciato nonostante sull'etichetta ci fosse scritto scritto 200€, che ho cercato per anni senza mai trovarla, così perfetta in tutta la sua larghezza e sbragalosità. Ed ho pensato che quella salopette manterrà sempre Sara, la Sara che tutti, tutti forse tranne me, conoscono.