lunedì 29 settembre 2008

Il Reverendo ti sfida



E' una copertina.
Realizzata da Grafica Effe.
Non è niente di speciale, anzi. Se i colori fossero stati più brillanti, avrebbero reso meglio.
Se il reverendo Jebidiah Mercer fosse stato più reverendo, senza gilettino e senza jeans, avrebbe reso ancora di più!
Ma la copertina che è stata fatta per La Morte ci Sfida, di big Joe (R. Lansdale), è una gran ficata.

Te la trovi sbattuta in faccia nella libreria di fiducia. Neanche fossi ad Amsterdam.
La vedi, la osservi, e pensi che appartiene ad un libro che nella tua libreria non c'è.
Pensi che devi resistere. Pensi che il portafoglio piange, e piangeresti anche tu, se dovessi compiere l'ennesima spesa.
Fosse solo di 9, 90€.
Prendi coraggio ed esci. Sbattendo la porta in faccia a Mr. Libraio.

E' Domenica pomeriggio.
Una Domenica pomeriggio di merda. Il mercatino fa schifo, le strade son deserte e tira un vento freddo del cazzo.
Non sai che fare. E decidi di prenderti una tisana al caffè letterario. Entri, saluti Mr. Librario, e davanti a te c'è sempre lui.
Il reverendo.
Fra prende in mano Il Sergente nella neve. Si gira verso di te e dice: -Questo libro prima o poi lo comprerò-
Non è triste, nè abbattutto. Ma comprendi ugualmente la frustrazione di non poter comprare un libro desiderato.
E ti decidi.
Afferri Il Sergente nella neve, afferri La Morte ci sfida, cacci la carta di credito e paghi.
Mr. Librario sorride. Anche per lui era una Domenica di merda.
Ti porge la busta e ti ringrazia.
E tra i fogli di plastica di una busta color kaki, c'è lui, il reverendo.
E davanti a te c'è Fra. Con gli occhi rossi dal freddo e felici. Come un bambino di 10 anni.

venerdì 26 settembre 2008



Una scenografia è addossata alla parete. Domani i facchini la porteranno via.
Ma stanotte starà qui, ed io potrò dormirci accanto.
Sul telo di seta che lui mi ha tirato.
Baciami, stronzo. E poi buonanotte.

lunedì 22 settembre 2008

Death Note


E' finito.
Alleluja!

Non lo leggo dal numero 7 (o 8?) e non ho intenzione di saperne la fine.
Ho provato a vedere l'anime. Stesso risultato. Alla diciassettesima puntata ho miseramente mollato.
Mi sono rotta le palle.
Ma proprio sfracassate.

A me la strategia fa schifo. Non ci sono portata.
Però ho finito Death Note. Non fosse che lascio una collezione incompleta.

Death Note è finito. Prima ed ultima esperienza con i manga.

Chiuso!

venerdì 19 settembre 2008

Pace all'anima di Crichi


Sto lentamente acquisendo le sembianze di una base di atterraggio muffin.
Sto male.. Farò la fine di Crichi, il mio criceto.
Che c'è rimasto tentando di mangiare una carota intera. La mattina l'ho trovato morto, con la pancia aperta e le budella di fuori. E' scoppiato.

Soldi Sporchi, di Sam Raimi e Sly, di Banana Yoshimoto

Da ieri ho deciso: ogni film che vedo ed ogni libro che leggo, dovrà insegnarmi qualcosa. Non sarà più un processo incosciente di una bimbina curiosa di sapere. No. Dovrò studiare a fondo i processi creativi e narrativi e riproporli su me stessa.
Così da poter controllare le mie scelte narrativa, progettare le strutture ed alla lunga prevedere le difficoltà.

Soldi Sporchi.
Regia di Sam Raimi, con Bill Paxton, Bridget Fonda, Billy Bob Thornton. In un film del 1998.



Tre amici trovano una valigia piena di dollari in un aereo precipitato. Decidono di dividerseli ma i contrasti emergono rapidamente. Per di più i soldi sono il riscatto pagato per un rapimento e c'è chi pretende di averne più diritto.

Un film lineare. Sceneggiatura serrata, semplice e concisa. C'è un preciso rapporto causa/effetto. Succede qualcosa che implica qualcosa, sempre più coinvolgente, sempre più ricco di pathos e di suspance.
Che poi diciamolo. La prima fine si sa, non ci stanno cazzi. La seconda fine no. Almeno io, nella mia ignoranza, non avrei mai osato immaginarla. Ma anche la seconda fine sarebbe potuta essere prevedibile. Perchè è anch'essa una diretta conseguenza di eventi e parole precedenti.

Sly,
di Banana Yoshimoto.



Tokyo, oggi. Kiyose, la giovane donna che racconta la storia in prima persona, viene a sapere che Takashi, un suo caro amico bisessuale con il quale aveva avuto una relazione, è sieropositivo. La notizia sconvolge il piccolo cerchio di amici di cui fanno parte anche Mimi, l'attuale compagna di Takashi, e Hideo, un giovane gay che a sua volta ne era stato l'amante. Hideo e Kiyose si convincono a fare il test, il cui esito si saprà non prima di due settimane. Per sfuggire all'intollerabile attesa, gli amici decidono di realizzare un vecchio sogno: visitare insieme l'Egitto. Il viaggio, intenso e a tratti rarefatto, prevede come ultima tappa Roma, che riserva loro l'incanto degli attimi che si sanno irripetibili.

Ho scoperto questa scrittrice per caso.
Ne ho sentito parlare tantissimo, soprattutto di Kitchen. Ma io sono idiota, e gli autori troppo lodati e troppo sbrodati li snobbo. Cosa che avrei dovuto fare anche con l'eleganza del riccio, ma che non ho fatto.
Banana Yoshimoto mi piace.
Seppur la sua narrazione calma arriva a dei picchi snervanti.
Lei parla, parla, parla. Di case, di templi, di paesaggi, del cielo.
Un viaggio inizia, dura e finisce. E finisce anche il libro. Una linearità che non ha niente di entusiasmante.
Se non la crescita individuale dei tre personaggi.
Che forgiano la loro personalità, una e trina, soprattutto in relazione alle persone che stanno loro attorno. Nello specifico una donna, giapponese anch'essa.
E proprio grazie agli eventi esterni e contingenti scopriamo molte cose che altrimenti non avremo mai saputo.

Ed ora, qualcosa di completamente diverso (cit.).
Nella mia libreria, sotto la scrivania, sopra le mensole e dentro le scatole colorate, ci sono 260 libri.
Mentre dormivo, il mio cervello mi ha proposto una pazzia.
E se li disponessi in ordine alfabetico?
Ne infilo il più possibile nella libreria ufficiale. Poi passo per le mensole e per le scatole. Ed infine, sotto il letto ci metto quelli ancora non letti.
Urgesi consiglio! Soprattutto da te, Lù! Che so già che mi dirai.

mercoledì 17 settembre 2008

Le Avventure di un Rosso Piccione (6)

Il rosso piccione è seduto sul divano.
Gambe incrociate, cucchiaio da minestra e barattolo di Nutella da un chilo.
Sono le 3 di notte mentre la tivvù passa Sex&Zen.
Il nettare degli dei scivola nel gargarozzo ed il film procede. Non avvince ma convince.
Ma all'improvviso, mentre in tivvù i due giapponesi copulano come Tarzan ha insegnato, il rosso piccione percepisce qualcosa.
Tra le sue zampette, una forza inaspettata spinge il barattolo verso l’alto.
-Ma che cazzo succede?- urla.
-Ma porca puttana! E questo mo che cazzo è?-
Il rosso piccione si alza in piedi e butta il cucchiaio. Lancia il barattolo e schizza sotto il divano.
Pregando che quella cosa non l’abbia visto. E’ verde e zampettuta e cerca di arrampicarsi sulla superficie scivolosa del barattolo.
-Ma tu guarda se una cacazzella di cimice deve rovinarmi il film!-

Dopo aver riflettuto un’ora e mezzo, il rosso piccione decide di osare. Tornato alla sua postazione, più concentrato che mai, emette il suo urlo da battaglia. Che noi umani non possiamo comprendere, quindi non sarà qui riportato.
E mentre la cimice sguazza nel barattolo di Nutella cantando Everybody needs Somebody, il rosso piccione apre gli occhi.
Apre il becco e la ingurgita.
Degustando, per la prima volta Cimice&Nutella.
Prova un piacere così intenso, che un orgasmo fulminante lo coglie alla sprovvista. E schizza sul divano Chateau D’Ax. Quello nuovo, di pelle rossa. Che si era regalato il padre dopo anni di sacrifici.

lunedì 15 settembre 2008

La Taschen mi molesta

Adoro i venticinquennali.
Soprattutto quello della Taschen.
E ci sto dando dentro di brutto. Spendendo sufficientemente poco!

Per il momento ho:


Terryworld, di Terry Richardson

e




Roy Stuart I e II.

Ma qualcosa mi frulla in testa, e domani forse vado ad ordinare Man Ray e London Style. Poi giuro che basta!

Ma è che fuori piove, e non c'è niente di più bello che stare sul letto, a gambe incrociate, con la camomilla ed un librozzo. In questo periodo mi va di foto. E basta.

domenica 14 settembre 2008

Space Invaders in London

Passeggiavamo per Londra.
Inquattata sotto l'ascella di Fra, scrutavo le case, i muri, i negozi.
Ad un certo punto mi fermo e sorrido.
Ma che ficata, penso.
Fra continua a camminare. Io rimango a bocca aperta a ridere.
Che c'è? domanda.
Guarda lì, in alto.
Che dovrei vedere?
Guarda!

E' andato più o meno così, il primo avvistamento.
Se avessi avuto un arresto cardiaco avrebbe reagito allo stesso modo. Solo che dopo avermi vista stramazzare al suolo si sarebbe anche preoccupato.
Ma bando alle ciance, l'invasione aliena è iniziata. Ed in pochi se ne sono accorti. Si nascondono dietro anonime pareti, anonime persone, anonimi palazzi.
Ma ci sono.
Ecco i primi tre avvistamenti:



Su Black Prince Road.



Su Bayswater Street.
Poco davanti la fermata di Nothing Hill Gate.



Non me lo ricordo.
Porca miseriaccia. Comunque è dalle parti di Oxford Street. Su qualche vicolo.

P.s. Cercando in giro per la rete ho trovato:
Il sito ufficiale.
Questo altro sito: Art of the State.
E questa pagina Flickr: Space Invaders London.
Ora mi registro e do anch'io il mio piccolo contributo!

giovedì 11 settembre 2008

Passètt Passètt

Ho appena mandato l'intervista a Leo Ortolani. Mi sento un tintinin soddisfatta.
Dove sarà la fregatura?

Intanto mi sono ufficialmente arruolata tra i collaboratori di questa rivistina indipendente e trimestrale: Re-Volver
Un passo avanti è stato fatto.



Ma quant'è bella sta foto?
Peccato sia così piccola.

mercoledì 10 settembre 2008

Bis e Cot

La triste storia. di Biscottino e Biscottina. sbranati in una mattina londinese. in un alberghetto substandard. mentre Fra dormiva ed io mi annoiavo.

Letto matrimoniale un po' scomodo.
Due singoli accostati che non permettevano loro di avvicinarsi. A meno che non volessero precipitare nell'abisso.
Chiacchieravano dal bordoletto. Biscottino e Biscottina. Si guardavano negli occhi e sorridevano. Poi lei si intristiva e lui pure.
Lei scherzava e pure lui.



Ad un certo punto lui osò.
Reggendosi sulle mani iniziò a spingersi in avanti, a mo' di alligatore.
Trascinava le gambe portandosi verso di lei, e sradicando le già precarie lenzuola.
Fu da lei.
Braccia e testa dillà e busto e gambe di quà.
Lei rideva e lui digrignava.
Le scoprì la pancia e le fece le pernacchie.
Lei si dimenava dal solletico.
E rideva a squarciagola. Svegliando, alle 6 di mattina, tutto l'albergo dalle pareti di carta pesta.
Le staccò una gamba.
Alzò la testa, stese il collo e buttò giù.
L'arto.

Lei rideva. Provando un solletico così forte che quasi faceva male.
E per sbaglio gli strappò la gamba. Poi la prese e la infilò in bocca. Succhiandola. E sgranocchiandola avidamente come fosse un Togo.



Erano stupendi.
Uguali, mutilati e felici.
Ma lei aveva fame. Era golosa di dolci, e di fragole.
Così, fece per baciarlo. E lo baciò.
Fece per accarezzarlo, e lo accarezzò.
Fece per mozzicarlo, e lo mozzicò.
E com'era buono.
Sapeva di pan di pan di zenzero.

Alle 14 il British puzza di minestrina

Tornata ieri.
Casa è troppo grande, troppo tranquilla, troppo disponibile ed accondiscendente.
Sono andata al comune di Poggio Picenze a chiedere la mappa della metro, ma poi ho dovuto spiegare alla donnina dietro la scrivania (mia cugina in terza) cos'è una metro.

Il cibo è semplice.
Ieri sera volevo mangiare cous cous ma mamma m'ha fatto due fettine di merluzzo e zucchine.
I capelli sono troppo morbidi e troppo puliti e l'aria è così ferma.

Da oggi pomeriggio torno in facoltà a studiare. Inglese!

P.s. Fuori c'è un sole accecante. Prendo l'ombrello?

lunedì 1 settembre 2008

Ma.. Quasi quasi..


Andrei.
La donnina scassapalle mi attente!