domenica 9 ottobre 2011

Tokyo Godfathers, The Fades, La scala di Harper e Cof Cof

Sto male. Più o meno da quando ho scritto e pubblicato l'ultimo post non mi sono mica ripresa bene. Sempre raffreddore, mal di gola, antiffiamatorio e qualche aspirina. Cof Cof. Diciamo che in questi giorni ho vegetato tanto.
Quando sto male ho bisogno di vedere colori caldi, ascoltare voci gentili, seguire storie strane. Ho deciso, come spesso accade, di vedere un lungometraggio giapponese: Tokyo Godfathers.


Scritto e diretto da Satoshi Kon, il film è uscito nel 2003 e significa letteralmente I Padrini di Tokyo. Chi possono essere i padrini di una città, la risposta è presto detta, i barboni.
Un anime stupendo che è entrato di prepotenza tra i miei preferiti, come gran parte degli anime anche questa storia è lineare e scevra fino all'osso, con personaggi grotteschi che la rendono un pullulare di realtà impossibili. I personaggi ti catturano fin dall'inizio, portandoti dal riso alle lacrime in un batter d'occhio. E poi un barbone gay, chi ci avrebbe mai pensato che effettivamente un barbone può essere anche gay nonchè vestito da donna. Solo i giapponesi.. S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E.



Dopodichè ho visto The Fades. Telefilm marcato BBC del quale è uscita solo la prima (pilota) e la seconda puntata. Avendo come protagonista un ragazzino che vede i morti ovviamente viene ritenuto un teens drama, e si, è fuor di dubbio che si tratti di un teens drama, ma finora ha poco a che fare con gli scempi usciti di recente, come ad esempio The Secret Circle. Siccome io sono idiota e molto masochista, amo gli horror. Li temo come la peste ma me li vedo e me li gusto fino alla fine solo per nascondermi dietro lo schienale del divano, tra i cuscini, senza avere il coraggio di andare a dormire. Dicevo, dopo i primi dieci minuti c'è una scena potente e molto spaventevole preannunciata da molti elementi che dovrebbero mettere in allerta lo spettatore. Io invece assuefatta dal crescendo di suoni e scene concitate questi warning li ho bellamente trascurato, ho sentito un rumoraccio, visto una facciaccia e mi sono girata dall'altro lato urlando come una dannata e chiedendo al fidanzato di togliermi il pc da dietro le spalle. Il tizio orrendo me lo sentivo presente, come se mi stesse osservando.
Poi, come ogni masochista che si rispetti, mi sono ricomposta, bevuto un bicchiere d'acqua ho tirato indietro all'inizio di quella scena e me la sono rivista. Gustosissima.
Quindi il succo del discorso è: The Fades dicono sia un teens drama, sicuramente è un teens drama, ma a me spacca.
E poi non rispetta la scala di Harper, il che ai giorni nostri è una grande, grande cosa!
Ok, al prossimo post parlerò della scala di Harper.

mercoledì 21 settembre 2011

Storia di un Tagliabambù

Oggi ho visto una cosa meravigliosa.

Anche questo anno i contadini del comune di Inakadate in Aomori hanno fatto il campo di riso come un quadro.
Il tema di questo anno è Taketori Monogatari,
un racconto popolare giapponese risalente al X secolo. Significa Storia di un Tagliabambù.

Cercando Inakadate su Google escono tantissime foto di questi quadri, tutti meravigliosi, tutte persone sorridenti anche sotto la pioggia.
Quest'anno, il 29 Maggio è stato il giorno della semina.




Il 9 Giugno solo un alone, quasi un riflesso degli alberi intorno..




Ma poi, il 23 Giugno..




E il 14 Luglio




Ed il 18 Agosto..




E via così, fino ad oggi, anzi, al 15 Settembre.




(se volete vedere altre foto son qui)

Il comune ha iniziato dagli anni novanta per chiamare i turisti al loro piccolo paese.
Nei primi anni usavano solo tre tipi di riso, di cui uno è quello moderno, due sono quelli antichi, per fare diversi colori in campo.
Questo anno sono stati seminati sette tipi di semi. Di cui sei tipi sono stati modificati da quel riso antico. Ultimamente si vede finalmente il colore rosso, portato dal centro laboratorio agrario della prefettura di Aomori.

E' stata fatta appositamente l'immagine perché si veda meglio dal palazzo comunale di Inakadate.
Accetta i visitatori fino al primo ottobre.
Si può partecipare al lavoro del raccolto del riso. L'evento sarà il 2 ottobre. E' gratis, vengono offerti onigiri e tonjiru (zuppa con suino e miso).

Il sito del comune di Inakadate


Leggere questo articolo mi ha fatto andare in estasi, un quadro di riso, il cielo nuvoloso, il Giappone. Sono rimasta a bocca aperta per buoni 30 secondi, poi ho deciso di attingere questa informazione. Grazie a Questo Piccolo Grande Banzai per avermi fatto conoscere questa meraviglia.

sabato 17 settembre 2011

I lego nel cervello



Chissà quante persone sono nella mia situazione o molto peggio di me. Un lavoretto scemo scemo almeno lo faccio e qualche spicciolo a fine mese lo prendo. ma io cavolo se ho paura per quello che sta succedendo. Non me ne frega nulla delle schifezze del nostro premier, che lui può fare il presidente a tempo perso, però mi spavento non appena mi chiedo cosa sarò tra un anno.
Ora, sembrerà una stronzata infinita, ma oggi ho visto l'ultima puntata di True Blood e ho visto che hanno riconfermato la serie, ma non appena ho realizzato che la prima puntata della quinta stagione ci sarà tra un anno, m'è piombato un macigno sull'alluce del piede sinistro. Porca zozza, un anno. Non credevo che pensare da qui ad un anno mi avrebbe sconvolto così tanto. Ora ho tutto in ballo e io ballo con il mio tutto, ma quanti dubbi ballano la mazurca nella mia testa senza sapere neanche i passi base.
Uno non vuole fare il pessimista, è che diciamocelo francamente, quando si sta male, si sta sempre tanto male, anche se non è così grave. E fino in fondo si sa sempre che può solo andare meglio. Uno fa il pessimista perchè farlo porta bene, oppure perchè così si è pronti a tutto, ma sotto sotto sappiamo che il peggio non ci toccherà davvero. Ma a quanto pare sta andando davvero peggio, e secondo me andrà sempre peggio. Forse sto faendo la pessimista di facciata anche ora, ma non lo so mica se la speranza mi s'è persa nelle fogne. E quindi mi sento persa.
Qualcuno potrebbe mica darmi qualche consiglio su come si inizia a mettere in ordine qualche tassello? Mi basterebbe una parola, davvero, io non so proprio come si inizia. Neanche avessi buttato i lego in un mare di palline colorate.

La mia dolce casa di marzapane



La mia casetta è piccola, tre stanze e due finestre, le pareti non sono neanche tanto alte e il fidanzato ogni volta che entra in bagno dice prima o poi diventerò pelato, strusciando la testa al soffitto. Casa ha una quantità infinita di cose. Persone, libri e diari. Ha due televisori e tre pc, perchè non si sa mai che una che scrive ed uno che programma devono poterlo fare ovunque, in ognuna delle tre stanze.
Sono stata fuori 14 giorni, una vacanza memorabile, e quando sono tornata a casa lei era così, bella, buia e calda, ma grande e spaziosa con un bagno gigante ed una luce così forte che quando l'accendevi faceva male.
In questa vacanza ho visto sette ostelli, tutti molto belli, ma piccoli e un po' puzzolenti, con le luci che a malapena illuminavano la tazza e dopo essere stata al bagno di notte dovevo pregare tutto il calendario per non perdere qualche arto sbattendo al termosifone anteguerra.
Eppure quando sono tornata a casa.. Una tristezza pervasiva, l'unica cosa per cui non mi scendeva la lacrimuccia era lei, con la doccia tutta mia. La mia casa, stavolta è la mia per davvero! Ed è tanto bella.
A quest'ora poi, che il primo sole infreddolito entra dalla finestrella della cucina e invade la sala spaccandola a metà neanche ci fosse una crepa, luce e buio e se lascio la porta della camera spalancata investe in pieno anche il fidanzato. Facendolo borbottare. Stamattina mi sono alzata così, pensando che forse avevo lasciato la luce accesa. Erano le sette ed avevo una voglia di pancakes che non ve la auguro, soprattutto se in casa non avete l'occorrente per prepararli. Mi son messa a scrivere.
Bella è la mia casetta, anche quando fa sparire le cibarie dalla credenza.

sabato 27 agosto 2011

Se disegni ti spezzo le mani

Questo articolo lo tengo per me e me lo scrivo sul mio blog. Io sono molto sensibile a tutto quello che riguarda le mani, ne parlavo proprio ieri sera col mio fidanzatello. Matite infilate nel dorso della mano, un proiettile che l'attraversa, mani spezzate, tutte queste cose mi fanno salire i brividi dall'alluce fin sulla testa e a volte mi danno anche le vertigini. Perchè io le cose le vedo, le registro e poi me le immagino belle belle sul mio corpo. E che ti leggo stamattina sul corriere? Siria, mani spezzate al vignettista Ali Ferzat.
Lui è un vignettista siriano apertamente schierato contro il regime e come monito per non farlo mai più disegnare, gli agenti dei servizi di sicurezza di Damasco gli hanno dolcemente spezzato le mani. Facile, no?
Questo il suo sito: www.ali-ferzat.com, c'è scritto che è stato oscurato, ma ora a quanto pare si vede.

Questa immagine, però, non è una caricatura.

mercoledì 24 agosto 2011

I film di Rob Zombie

E' difficile vedere un film di Rob Zombie. Si rischia di vomitare, seriamente. Non sono una tipa da Saw, lì davvero starei male, io amo il grottesco, lo splatter, il t(h)rash, tutti elementi che mi fanno rimanere sul piano della fantasia, perchè il piano della realtà, nei film horror, mi terrorizza. Rob Zombie lo adoro, ma è più forte di me, mi da la nausea. I suoi film sono girati così gustosamente caparbi che cazzo, inizio quasi a pensare che quei serial killer (?) siano i buoni. Le loro vittime mi fanno pena, e va bene, ma gli antagonisti, tutti gli sceriffi, le guardie e gli scagnozzi di turno a volte sono ancora più fuori di testa dei cattivoni. Ne La Casa dei 1000 Corpi no, ma ne La Casa del Diavolo oltre allo sceriffo pazzo, che ci sta benissimo perchè poverello, ha subito quel che ha subito, gli alti non si sa che cacchio ci stanno a fare lì, che ruolo hanno, chi sono. Se sono comparse capitate lì e assoldate alla buona causa filmica.
Fatto sta che Rob Zombie è disgustoso, sangue che zampilla, denti marci, facce morte su visi vivi, coniglietti ricoperti di vomito.. E' adorabile, adoro i suoi film, c'è anche quel tocco di originalità che non guasta. Ma fa vomitare, serio!
E poi c'è lui:



Otis, che tutti i conatini fa scappare via. Se solo non avesse quei denti sporchi..

martedì 23 agosto 2011

Matrimonio Zombie

Certe volte penso: perchè non c'ho pensato prima?
Ma cavolo, con un album fotografico così viene voglia di sposarmi anche a me. Ma sai a 70 anni a far vedere ai nipotini il tuo matrimonio zombie. Nonna, nonno, e quell'idiota di tuo zio vestito da non-morto. Magari gli zombie ci saranno veramente e allora si che pioveranno i diritti d'autore, tutti con questi cavolo di matrimoni zombie! Oppure un matrimonio alieno, con il prete o chi per lui che recita vestito di verde da una navicella spaziale e poi sai la benedizione? Con il raggio di luce spaziale. E l'ascesa.. Sto pensando ai matrimoni, si, ma solo se davvero fighi.
Comunque, ieri la notiziona con annesse foto era sul corrierone nazionale, oggi non la trovo più, così attingo le foto da Diè.


giovedì 18 agosto 2011

Riflessioni Campane

Sono nel bel mezzo del nulla con il fidanzatello ed i suoi nonni. Nulla é come una città, neanche la città più vicina, che definirla tale é un eufemismo. Però é bello, il sugo bolle in pentola con dentro un pollo intero, ma proprio con tutta la pelle, poi la minestra di verdure, con dentro ben due polli pellemuniti, il grasso galleggia. Qua fa sapore, le mie arterie sono attappate dal solo odore. Domani andiamo a raccogliere i pomodori per farci i pelati e la polpa. Fuori Michele parla col nonno della Svizzera, arrivano i cugini e gli zii, vivono tutti a Roma, Milano, Mantova. Ma tutti vogliono tornare a vivere quà. Ed hanno già la casa.

giovedì 4 agosto 2011

Signorinella pallida dal fare assai gentile..



E' un lavoro sporco, ma qualcuno deve pur farlo. Se avete visto la sidebar laterale, avrete sicuramente notato il bannerino di Donna10. Ecco, mi occupo di donne. Ma non di cosmesi, bellezza o altro, no! Quello potrebbe anche andare bene, ma ripeto, no! Mi occupo di gossip, di concorsi di bellezza, di interviste a questa o quella signorinella. E' un lavoro sporco, lo so, ma qualcuno deve pur farlo. Mi hanno gentilmente offerto di scrivere almeno un blog generalista, poi me ne hanno proposti due e quando temevo per il terzo, per fortuna si son fermati. E va bene così. Io c'ho provato a chiedergli di scrivere per design ma la risposta è stata: oggi no, domani neanche. E quindi vada per Donna10 e Hobby10, che magari oltre a scervellarmi per scrivere alla donnaiola maniera, qualche cosa l'imparerò pure, dalle signorinelle.
Oggi ho scritto di Miss Muretto 2011, domani.. Chissà!

P.S. Oggi ho fatto la parmigiana, è uscita una delizia. Dite che c'entra qualcosa?

domenica 31 luglio 2011

S.O.S. 1


Da domani mi dovrò occupare di scrivere di hobby. I tizi di BitEditor devonono tirare un po' su il numero di post giornalieri e quindi hobby10 sarà il blog per il quale scriverò quotidianamente, insieme a fumetti. La faccenda mi attira tantissimo, soprattutto perchè mi darà modo di conoscere tantissime cose. Sicuramente il collezionismo vi farà da padrone, soprattutto quello di toys, ma anche l'hobby creativo. Però su molti passatempi sono totalmente ignorante, come ad esempio il fai da te maschile, la cucina - e non parlo di ricette ma di way of cook - e di editoria digitale. Che è una cosa che detesto ma ahimè un articolo a settimana dovrà parlare di questo. Quindi se qualcuno può aiutarmi ne sarei beh felice.

sabato 30 luglio 2011

Viola Addobbo Funebre: Agota Kristof è morta.



Mercoledì scorso è morta Agota Kristof. Me ne sono accorta per caso (mi verrebbe da dire per sbaglio perchè forse non l'avrei voluto sapere), navigavo tra i siti di cataloghi cercando news appetibili da scrivere e come un macigno il titolo dell'articolo davanti ai miei occhi: Agota Kristof è morta.

Anni fa, ogni tot di tempo la mia editor mi dava dei titoli da leggere o mi ordinava di comprarli. Ed io lo facevo perchè ogni singolo libro m'è sempre piaciuto tantissimo, mi fidavo, insomma. E una sera mi telefonò tuonando Sara, devi leggere Trilogia della Città di K., ed io le risposi Si!
E l'ho fatto, cavolo!
Trilogia della Città di K., il mio libro preferito in assoluto. Il libro più bello che io abbia mai letto, il libro più bello che io abbia mai assaporato. In realtà non è un romanzo che si assapora, o meglio, si assapora perchè è un libro salato, o aspro se si vuole. Sembra carne molto molto cruda dalla quale esce ancora il sangue, carne di una carcassa morta, ecco. Oppure una tequila sale e limone che devi buttarla giù perchè il sapore è meglio non sentirlo e poi graffia la gola. Affascina come l'assassinio di Caino e Abele. Trilogia della Città di K. è il mio libro, forse l'unico che avrei davvero voluto scrivere. A parte un altro milione che sarei stata io a volerli scrivere solo perchè il romanzo è fico.

Agota Kristof è morta a 76 anni, anzi, 75 perchè il compleanno l'avrebbe festeggiato ad Ottobre, e la cosa mi dispiace da morire. Aspetto di leggere i suoi ultimi racconti, e poi basta. Capitolo chiuso.
Ma un'ultima cosa che ha la sua fottutissima importanza, quanto mi faceva incazzare quando nelle librerie mi chiedevano chi?? Agatha Christie?? Niente, non riuscivo a rimanere impassibile. Uscivo dalla libreria senza neanche rispondere. Sarebbe stato meno stupido chiedermi come si scrive il nome.
E poi davvero l'ultima, se qualcuno sapesse di cosa è morta me lo potrebbe dire, perchè ahimè, temo abbia sofferto davvero tanto. Non lo so, è una sensazione a pelle.

domenica 24 luglio 2011

Wouter Tulp

Stasera navigo.
Una birra, un panino, due chiacchiere e al pc, a navigare. Ho voglia di colori, di matite e di scrivere, di scrivere a colori.
Tra tantissimi blog di disegnatori ho trovato un disegnatore davvero bravo, uno di quelli che ti fa venire i brividi, e ti fa pensare. Il blog si chiama Wouter Tulp e il disegnatore vive a Rotterdam. Mi piace molto, non tantissimo da rimanere a fissare ogni singolo disegno, ma alcuni, cavolo, da rimanerci secca.
E invece di scrivere, penso.


Quante volte, la mattina d'estate, solo il pavimento è fresco. E coi ghiaccioli che ciondolano dentro la tazza di caffè, la testa al muro, a pensare a cosa scrivere, o a cosa fare o semplicemente, a niente.


Cosa starà pensando quel padre? E quel bambino? Quando si è padre ci si sente così? E quando si è figli ci si sente così? Se puoi scegliere di sentirti così oppure no, se hai una scelta, se sai di avere scelta o non ce l'hai e basta.


Strana sensazione. Inquietudine, non vorrei mai che accadesse. Tranquillità, e se accadesse e ne fossimo felici?

martedì 28 giugno 2011

Sto lavorando sul blog, o meglio, stanno lavorando sul blog, io sono solo un'appendice pretenziosa. Se verrà com'è nella mia mente, sarà una grandissima soddisfazione. Intanto la graphic designer dell'header sta (spero) lavorando anche per me :)

giovedì 23 giugno 2011


Paola Mastrocola mi da il permesso di pensare alla logica banalità di alcuni nostri pensieri e nostre azioni. E la sera, quando gli occhi mi bruciano e chiudo il libro penso: perché non una capra?

giovedì 16 giugno 2011

Illustrare Amemì (piace leggere)


Ieri sera mi sono ritrovata a leggere questa notizia qui.
Copio e incollo direttamente.

"Un’opportunità carina per tutti gli illustratori e le illustratrici: la possibilità di far conoscere il proprio lavoro candidandosi a illustrare la copertina di Amemì (piace leggere).

Si tratta di una testata di informazioni sulle ultime novità editoriali per bambini diffusa dalle librerie Mondadori. Questo mese la copertina è affidata ad esempio alla brava Cristina Cerretti che abita a Roma e che ha scelto per tema una bimba treccioluta in bicicletta.

Per candidarsi a illustrare la copertina, bisogna semplicemente inviare qualche immagine dei propri lavori a questo indirizzo mail: eventi.mf@libreriemondadori.com
".

Inoltre, le copertine delle riviste, potranno anche diventare dei bellissimi poster!
Per saperne di più cliccate anche qui.

domenica 12 giugno 2011

Italia chiama Springfield



Astro Boy, che in realtà si chiama Atomu Boy (Atom Boy) avrà anche mille pregi, quando in Giappone vennero aperte le prime centrali nucleari divenne il manga più gettonato e lo è tuttora, ma stiamo parlando del Giappone, che nonostante la tragedia, merita tanto di cappello e rispetto a vita. Ma se facciamo un salto di 9000 chilometri ed arriviamo negli Stati Uniti, paese efficientissimo, vediamo che la realtà è un'altra e nonostante la loro efficienza, descrivono in maniera certosina l'idea (che io vedo come italiana) delle centrali nucleari. Ed io qua, a distanza di altri 7000 chilometri, le centrali nucleari non le voglio, anche perchè sennò diventiamo tutti abitanti di Springfield con pesci rossi a tre occhi e ratti fosforescenti.


Così parla Wikipedia della centrale nucleare di Springfield:

"La centrale viene gestita in maniera approssimativa, principalmente a causa della negligenza e dell'avarizia del proprietario Montgomery Burns. Il cuore dell'impianto è un reattore che funziona nonostante 342 diverse violazioni alle norme di sicurezza. In un episodio viene stimato che mettere a norma il reattore costerebbe circa 56 milioni di dollari.[5] In più occasioni vengono mostrati i problemi di sicurezza della centrale; ratti fosforescenti che corrono nei corridoi, tubi e bidoni che perdono liquido radioattivo, i rifiuti smaltiti in un parco giochi, barre di plutonio usate come fermacarte, perdite delle torri di raffreddamento tappate con gomma da masticare, scheletri nelle fondamenta e segnali di allarme ignorati dai dipendenti. Per queste ragioni la centrale ha rischiato più volte di collassare. Tra gli effetti collaterali della sua presenza in città ci sono le mutazioni di alcuni animali come un ragno gigante[6] e un pesce con tre occhi.[7]
Da considerare anche il fatto che Homer Simpson lavora come ispettore alla sicurezza nel settore 7-G, pur non avendo nessuna qualifica, provocando spesso più guai quando finge di lavorare al pannello di controllo che quando si assenta dal lavoro. Difatti nella puntata Il nemico di Homer, Lenny e Carl affermano di avere un master, mentre a Homer non è stato necessario: gli è bastato presentarsi per caso alla centrale il giorno dell'inaugurazione.
"

Non è stranamente inquietante? Montgomery Burns non vi fa pensare a centinaia di nostri imprenditori sparpagliati su tutto lo stivale, fino ad arrivare all'IMPRENDITORE SUPREMO? Non so perchè, ma a naso di puzza di irreale realtà realizzabilissima, quindi penso che non appena finirò la tazza di caffè andrò a votare.
Anche se sono fermamente convinta che la ricerca DEVE continuare. Margherita Hack docet.

Il Terremoto di Sara dentro Vieni via con me


Questa sera ho ricevuto una notizia che mi ha emozionata. Sono nella bibliografia del libro di Saviano Vieni via con me e sono anche citata sulla pagina web del programma. Durante la scorsa settimana sono stata parecchio male, il corpo sembra si sia rivoltato contro di me prima attraverso un dente del giudizio che non s'era mai fatto sentire e oggi attraverso un mal di pancia che dal dolore mi fa tremare le gambe. Sono stata così male che non ho potuto scrivere neanche un pezzo pezzettino picciò per l'editore, neanche per il blog e neanche roba mia. Però sono notizie come questa che mi fanno pensare che cavolo lo devo fare anche se sto male, perchè è importante scrivere anche con i denti stretti dal dolore, perchè la chiave di lettura che dà il dolore su alcune sensazioni non le può dare nessun'altra sensazione. Perchè ognuna di esse è, ovviamente, unica. E quindi grazie a Marco per avermelo detto.
Così:
-Sà, ma ti piace Saviano?-
-Boh, non l'ho mai letto, sono un po' prevenuta-
-Perchè lui ti ha citata sul suo libro-
-...-
-Vieni via con me, che riprende ogni puntata del programma. Stai nella bibliografia di quella su L'Aquila-
-...-
Ed è così che Marco m'ha resa felice, con un sorriso ebete e dolorante per (quasi) tutta la serata.

martedì 31 maggio 2011

La Scozia



Due settimane fa sono stata in Scozia.
Orbene, è all'incirca un anno che ogni posto dove vado mi piace, ma mi piace talmente tanto che la sera prima di andare a dormire immagino come sarebbe la vita lì e pensando e ripensando arrivo sempre alla conclusione che varrebbe la pena andar via dall'Italia. Ora non sto qui a dirvi i motivi, anche perchè sono abbastanza scontati, ma il malessere che mi accompagna ogni volta che torno in madrepatria è sempre più pesante. Questo ultimo viaggio non ha fatto eccezione.
Sono stata a Stirling, una città piccola al centro della Scozia dove si vive bene, il giorno si lavora, la sera si esce, ci si conosce tutti, tutti fanno amicizia con tutti e tutti rispettano gli altrui spazi. Io sono stata abbastanza fortunata, ho conosciuto subito tre deliziose ragazze polacche che, sin dalla prima sera, mi hanno invitato ad andare a casa loro prima per un the, poi per una colazione, poi in vacanza per questa estate. Sono stata così abbastanza fortunata che appena posate le valigie e uscita a fare un giro, nel primo pub in cui sono entrata ho trovato un oste che m'ha offerto tanto di quel wisky che l'ultimo bicchiere l'ho dovuto rifiutare, mi ha insegnato a spillare la birra e mi ha anche regalato una sciarpa col nome del pub (che ora non ricordo). E sotto la pioggia un signore m'è andato a comprare una confezione da un chilo di porridge.
La vacanza in Scozia è stata forse la vacanza più sorprendente che abbia mai fatto. A mio avviso complice anche il fatto che non siamo andati in una città turistica, ma non mi sarei mai aspettata tanto affetto e tanta cordialità nei miei confronti, da persone totalmente sconosciute.

lunedì 30 maggio 2011

Cantine Aperte


Fa caldo, anche se intervallato da brevi e intensi acquazzoni, c'è il sole. Ed io sono contenta. Porca zozza è il primo anno che il preludio all'estate mi mette di buonumore. Ultimamente è un periodo un po' nero, non sto lavorando e ho molto tempo da dedicare a me stessa, se solo io potessi retribuirmi mensilmente starei da dio.

Ieri sono stata a Cantine Aperte, l'evento più importate d'Italia che ha come protagonista il vino.
Un pulmino di 20 persone è partito alle ore 9 dal piazzale di Carrefour diretto verso il versante pescarese, dove distese di vigneti stavano aspettando solo che noi andassimo a studiarli e annusarli. In effetti è stato proprio così perchè oltre ad aver assaggiato un numero non ben definito di vini rossi e bianchi, uno dei gentilissimi proprietari della cantina TorreRaone ci ha raccontato di semi, di innesti, dell'incrocio Manzoni e tante altre belle cose. Per poi farci sedere sulle panche sotto i tigli a mangiare pane e olio e assaggiare dieci -e dico dieci- vini diversi. Il tutto alle 10 di mattina.


Che bellezza, che goduria. C'erano fave, fragole, ciliegie, arrosticini. Un'atmosfera d'altri tempi, da matrimonio in campagna, con tanto di zio scapolone alcolizzato e casinaro. Sarei stata lì tutto il giorno, se solo non ci fossero state altre tre cantine da visitare. In ordine: TorreRaone, Contesa (dove abbiamo mangiato una pasta con fave e pancetta degna di nota), Tenuta del Priore e Zaccagnini.
Zaccagnini è stata l'ultima tappa, per fortuna. Pareva uno chalet sul mare con tanto di palco e gente che canta, ragazzi stesi sul prato e servizio di catering. Diciamo il pranzo di un matrimonio dei nostri tempi. Una bella atmosfera, mica no, solo che non era quello che mi aspettavo da una cantina vinicola.
Siamo tornati alle 20 e 30, stanchi, stanchissimi ma tutti allegri e satolli che ripetevamo "Che bella giornata!". Ci siamo bevuti un amaro con il nostro autista che, poverino, per tutto il tempo ha bevuto solo acqua e siamo andati a casa.
Ieri si, è stata proprio una bella giornata, sicuramente da ricordare e da ripetere. Ma intanto mi inizio a godere questo preludio all'estate, che non me ne voglio perdere neanche un giorno.

martedì 3 maggio 2011

Lella

Oggi ho riletto questa canzone, e l'ho cantata. Ed ho ricordato quando me la cantava mamma, nel letto, mentre mi faceva i suoi massaggi. Io mi addormentavo immaginando questa donna, col vestito rosso, che crollava a terra e veniva sepolta sotto la sabbia. E mi chiedevo perchè tanta bellezza sprecata.
Grazie Lorenzo per aver(me)la scritta.

Te la ricordi Lella quella ricca
La moje de Proietti er cravattaro
Quello che cia' er negozio su ar Tritone
Te la ricordi te l'ho fatta vede
Quattr'anni fa e nun volevi crede
Che 'nsieme a lei ce stavo proprio io
Te la ricordi poi ch'era sparita
E che la gente e che la polizia
S'era creduta ch'era annata via
Co' uno co' più sordi der marito...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E Te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te
Je piaceva anna' ar mare quann'è inverno
Fa' l'amore cor freddo che faceva
Però le carze nun se le tojeva
A la fiumara 'ndo ce sta er baretto
Tra le reti e le barche abbandonate
Cor cielo griggio a facce su da tetto
Na matina ch'era l'urtimo dell'anno
Me dice co' la faccia indifferente :
Me so stufata nun ne famo gnente
E tireme su la lampo der vestito...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te
Tu nun ce crederai nun ciò più visto
l'ho presa ar collo e nun me so' fermato
che quann'è annata a tera senza fiato...
Ner cielo da 'no squarcio er sole è uscito
e io la sotterravo co' 'ste mano
attento a nun sporcamme sur vestito.
Me ne so' annato senza guarda' 'ndietro
nun ciò rimorsi e mo' ce torno pure
ma nun ce penso a chi ce sta la' sotto...
io ce ritorno solo a guarda' er mare...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te.

domenica 10 aprile 2011

Il cambio di stagione


Ogni anno, ogni cambio di stagione, è per me un momento catartico.
Da quando vivo da sola è diventato anche abbastanza stressante perchè devo portare ogni volta bustoni carichi di panni da una casa all'altra, che poi non ho pochi vestiti, quindi tre piani di scale a piedi carica come neanche babbo natale è abbastanza faticoso. Anche perchè il mio cambio di stagione non dura un giorno bensì almeno un mese. Un mese (), durante il quale indosso sia panni invernali che estivi, anche perchè a L'Aquila fa freddo, ma un freddo cane e spesso l'escursione termica è di circa 20 gradi.
Comunque, ieri toglievo i pantaloni di panno, un paio verde e un paio a scacchi viola, marroni e gialli. Hanno un taglio elegante, con le abbottonature doppie, con i risvolti all'insù, belli, bellissimi, da donna. E mentre li piegavo mi domandavo cosa o chi sarei stata l'anno prossimo, quando in virtù del freddo li avrei tirati fuori da quello scatolone verde. Chissà se avrò ancora le mie paturnie, chissà che lavoro farò, chissà se avrò preso coraggio a un milione di mani per (ri)niziare a (ri)scriere qualcosa, chissà se i progetti progettati saranno andati in porto. Chissà.. Un anno passa svelto, anzi, più o meno sei mesi, ma io so come cambia alla svelta la vita, e mi chiedo tra sei mesi dove e come sarò. Anche perchè, quei pantaloni da donna, variopinti ma pur sempre dal taglio serioso, quest'inverno li ho messi davvero poco, perchè sono da donna, da donne in carriera che si devono vestire bene, e per andare al call center, almeno per me, sembravano perdere valore.
-ora potrei iniziare la disquisizione su me che li indosso, se valgo, non valgo, valgo poco o tanto, ma questo è un altro discorso-
Poi ho preso la salopette nera, di velluto a coste larghe, una salopette da idraulico freddoloso, che ho comprato a un prezzo stracciato nonostante sull'etichetta ci fosse scritto scritto 200€, che ho cercato per anni senza mai trovarla, così perfetta in tutta la sua larghezza e sbragalosità. Ed ho pensato che quella salopette manterrà sempre Sara, la Sara che tutti, tutti forse tranne me, conoscono.

mercoledì 23 marzo 2011

Il Riccio e la sua Eleganza



Il ritiro casalingo a volte porta i suoi frutti. Ieri finalmente ho visto il film francese Il Riccio.
Circa due anni fa mi sono approcciata al libro, prima pagina, seconda pagina, al primo capitolo avevo i capelli dritti. Mica per niente, scrive molto bene ed è pure coinvolgente, ma mi sembrava un'opera così presuntuosa, ma così presuntuosa che l'ho chiuso e seppellito sotto una valanga di ma chi ti credi di essere, e tu come ti permetti, la boccia del pesce rosso, fanculo! e roba del genere. Un anno fa, invece, complice anche la mia evoluzione/involuzione degli ultimi tempi, l'ho ripresto. E' rimasto sempre un libro ben scritto, sempre molto presuntuoso, ma è magicamente diventato BELLISSIMO. L'ho letto in tre sere, tre sere in cui non vedevo l'ora di infilarmi a letto a leggere, l'ho portato in borsa, perchè dovevo sentirlo vicino a me, era come se fosse diventato un'appendice mobile non ancora infiammata. Ebbene, quando ho finito di leggerlo ho pianto, ma pianto tanto, e pensavo vuoi vedere che questa sarà la mia fine?? Pensavo.. Diciamo che lo penso ancora, ma questo è un altro sproloquio.
Quando ho saputo dell'uscita del film sono stata avvolta da un senso di inadeguatezza. Non sapevo come affrontare la cosa, non sapevo come rapportarmi a tale notizi(on)a. Se sentirmi oltraggiata o delusa o entusiasta. Fatto sta che ho sbirciato qualche foto e sembrava tutto abbastanza calzante con le mie immagini mentali, quindi ho deciso che prima o poi l'avrei visto. Qualche mese fa ho comprato il DVD per riporlo accuratamente sulla libreria a prendere polvere e ingiurie. Ieri, però, sola soletta, in preda all'ansia, ho ricordato con pathos le belle emozioni che quel libro mi trasmetteva e ho deciso che mi avrebbe calmato appena un po'. Ebbene, l'ho visto! Ed ora mi trovo difronte a un bivio. Mi piace vs non mi piace. Penso che mi piaccia, i novanta minuti scorrono che è un piacere, ma mancano troppe, troppissime cose che stanno sul libro! Questo è un bene perchè se fossero state riprodotte male avrei quantomeno ribaltato la casa -il che non mi conviene-, ma le cene a base di sashimi e ramen, le usanze giapponesi, tutto quel profumo di Giappone che trasuda dalle pagine dove sta? Cavolo! Non basta una casa giapponese e un tizio gentile con gli occhi a mandorla per invadere i sensi di thingness giapponese. E poi l'arte, la letteratura e l'amore per il cinema?


Va bene, non volevo spoilerare e spero di non averlo fatto, ma consiglio a tutti quelli che hanno letto il libro di vedere il film, voglio saperi tanti altri pareri.

Questo è il sito del film, che io poi mi chiedo ma a che diavolo serve!!

P.S. di solito non amo usare termini inglesi perchè mi piace inventarne di italiani, ma cosalità mi stonava proprio.

martedì 22 marzo 2011

Ipse Dixit: Ansia



Ho un problema: l'ansia.
Soffro d'ansia dal giorno della mia nascita, da quando vomitavo ogni volta che mia mamma o mio papà varcavano la soglia di casa per andare a lavoro. Quest'ansia, come tutte le energie, con la crescita non è sparita, ma non si è neanche trasformata, è solo diventata cosciente, quasi palpabile e modellabile. La riesco a prendere, a mettere sulla testa, a calpestarla e anche se la riesco a lanciare lontano questa torna indietro, come un boomerang e mi invade di nuovo. Questo periodo è particolarmente ricco di queste situazioni, pare che ogni istante sia propizio per lasciarsi affogare. E io mi immobilizzo, come un asino davanti al fuoco e non esco di casa e non mangio e non parlo, diciamo che mi limito a respirare e dormire. Perchè più dormo più il tempo scorre velocemente. E certe volte spero anche di svegliarmi dopo qualche giorno. Ma che bello sarebbe addormentarmi adesso e risvegliarmi Sabato.
A volte provo a pensare "Sa', e se questo fosse l'ultimo giorno della tua vita? L'hai passato a letto con la pancia vuota e la testa piena di paturnie" ma l'unica cosa che riesco a controbattermi è: amen.

venerdì 11 marzo 2011

Lo shopping maschile



Causa viaggio di lavoro, ieri ho accompagnato il mio fidanzatello a fare shopping. Doveva comprare un po' tutto, scarpe, camicia, maglione e pantaloni. Devo dire che sono fortunata, è un uomo, quindi compra solo se deve comprare, ha una sensibilità prettamente femminile, va a fare shopping entusiasta di quello che l'aspetta.
Sotto le luci al neon e tra i manichini semisvestiti mi sono ritrovata a chiedermi come possano gli uomini, sempre ottusi (agli occhi delle donne) riguardo l'abbigliamento, essere anche così complicati per trovare due capi da indossare. Mentre smanazzano tra gli appendiabiti, sbuffano come treni in corsa e iniziano a sudare da ogni poro loro donatogli, in questo brevissimo lasso di tempo noi abbiamo trovato circa 873345398 vestiti, ovviamente da donna, per mamme, amiche, suocere e colleghe. E quando ci giriamo per vedere che fine abbiano fatto, li troviamo ad osservarci con gli occhi iniettati di sangue perchè li abbiamo abbandonati in un momento di così grande sofferenza e difficoltà. Con ciò, però, non voglio affermare che solo loro sono esseri umani dai gusti difficili, anzi. Ma l'uomo e la donna sono gravati da una complessità molto diversa. Come dicevo, infatti, noi troviamo infiniti capi e orpelli, ma nessuno che ci stia come realmente vogliamo, ci fa il sedere grosso, esalta il naso già abbastanza a patata, fa vedere quel cuscinetto che proprio no. Ma siamo comunque tentate dal comprare tutto, tanto l'estate ci fa dimagrire, se abbiniamo questo con quest'altro colore, magari.. Mentre noi ci arrovelliamo su questi dubbi esistenziali loro stanno ad aspettare che la luce divina gli illumini la strada da percorrere, perchè inspiegabilmente sono finiti nel reparto "intimo e pigiami".
La loro difficoltà, invece, risiede proprio nel trovare. Sia la pazienza che il vestito. Loro hanno un piano in mente, coordinare un certo tipo di pantaloni con un preciso colore di camicia e un tale tipo di maglione. Ma sono tutti capi che non esistono su questo piano esistenziale. Nei comuni negozi non ci sono mai stati e probabilmente gli stilisti non c'hanno mai neanche pensato. E quindi loro sbuffano, si spazientiscono e minacciano noi disinteressate donne di andarsene (come se ci cambiasse davvero la vita). Per poi giungere al risultato che forse, quei vestiti che gli abbiamo consigliato non sono così male, e magari POTREBBERO anche stargli bene. Ma non li provano, mai!
Che palle provare i vestiti! Tanto sicuro mi stanno bene, le taglie sono sempre quelle, mica mi sono ingrassato, eh? Che dici, mi sono ingrassato?
No amore, non ti sei mica ingrassato..
E noi mentiamo, solo per giungere al fatidico traguardo della cassa. E mentre noi paghiamo 10 miseri euro per i nostri circa 873345398 capi loro, maledicendo lo shopping, sborsano 300 euro per scarpe, camicia e un paio di pantaloni.

domenica 6 marzo 2011

Beh, diamo una bottarella di rinnovamento, che m'è tornata la voglia di scrivere!!

Cose che sono cambiate:

-Vivo da sola, in città -la città ancora non 'c'è, però sto in città uguale-. Non proprio sola sola, con un pesce rosso ed il mio fidanzatello, Michele.



-Poe è andato. Non è morto, i miei genitori l'hanno dato a chi può accudirlo meglio di me, la bambina che l'ha adottato mi ha fatto scoprire gingilli per i conigli che non avevo mai sentito prima. Shampoo antiforfora (Poe non aveva la forfora!), pettinino e spazzolino da denti per quando mangiano le loro palline (si, mangiano la loro pupù);
-Lavoro. Rompo le scatole alla gente vendendo Sky, ma mi diverto troppo. Presto aprirò una sezione con le stronzate più stronzate che sono costretta ad ascoltare al telefono. Che poi, gente, mica siamo scemi noi, eh? E' inutile che ci dite che siete già abbonati, noi lo vediamo! E poi, il nostro è un lavoro come un altro, poco pagato ma sempre lavoro è.
-Riprendo l'Università. Attenzione attenzione, RIPRENDO L'UNIVERSITA', sperando che mi accettino il piano di studi.
-Varie ed eventuali, cose che ora non mi sovvengono ma che mi sovverranno.

Vediamo che viene fuori stavolta.