Uscita per l'Inferno, di Stephen King
Ieri ho finito questo libro.
Non mi metterò qui a disloquire su come in quest' opera, King sia sostanzialmente diverso dai suoi standard. Non parlerò neanche di come pone sempre protagonisti con problemi conflittuali con il figlio.
Giusto Fred? Crrrrrrrrrristallino George.
Uscita per l'Inferno racconta l'inizio della fine della storia di Bart Dawes. Un uomo come tanti, che appartiene alla media borghesia. Una moglie, un po' di soldi, una casetta, una lavanderia, la 784 che avanza e qualche problema.
C'è poco da dire, quello che importa è che mi sono innamorata del protagonista.
Non ce la faccio più, ogni volta è la stessa cosa. Se sono uomini, hanno tra i trenta ed i quarant'anni, problemi psichici ed una Magnum in mano, sono miei.
E questo c'ha pure un Weatherby!
Ieri sera, quando ho letto l'ultima pagina, dopo aver letto anche l'epilogo, mi è salito il magone. Mi ripetevo "Sara non piangere, Sara non essere idiota, Sara!" ed infatti non ho pianto. Ma Tristezza ed un diffuso senso di Malessere, m'hanno fatto compagnia fino a quando non mi sono addormentata.
Sarà che ho cercato di vedere Ballarò?
Mi è piaciuto molto. La storia non è originale ma adoro le descrizioni filmiche che King non si risparmia mai. Buon acquisto!
Per Dawes. Sei un uomo qualunque in una città qualunque, con un lavoro qualunque ed una moglie in decadenza. Non fare anche tu quella fine strafiga. E' bella, si, ma non ce n'è bisogno.
Dico bene Fred? Dici giusto, George.
(la copertina inglese)
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