venerdì 26 febbraio 2010

Si puòòòòòò faaaaaaaaaaaaaaaareee di più!

Il circolo vizioso è un circolo vizioso, non ci stanno cazzi. E quando ci entro dentro non ci stanno cazzi uguale. Un pensiero distruttivo ne tira due, tre, poi quattro, poi cinque e via, mi rintano nel letto con la paura di cacciare il naso. Come se una lama potesse precipitare dal soffitto e tagliarmi via la punta. Come le cose si mettono poco meglio, arrivano sorrisi e rassicurazioni, caccio prima il naso, poi gli occhi, poi la bocca e il mento. Un piede, una mano e poi esco tutta, lascio le coperte ammucchiate sul letto e mi libero della zavorra depressiva. E' così che faccio ogni volta ed è sempre con la coda tra le gambe che mi rituffo nel rifugio caldo e mmorbido.
Ad oggi, questo momento pare passato.
Ieri pomeriggio avevo una cosa IMPORTANTISSIMA da fare, che mi metteva soggezione e mi insinuava una piccola dose di aspettativa.
Sono andata al primo dibattito, come giornalista.
Non sono proprio una giornalista, un quotidiano online de L'Aquila mi ha adottata e mi vuole allevare. E io mi faccio crescere il più floridamente possibile, scorazzando a destra e a manca con la macchina e andando alle conferenze e ai dibattiti che, per quanto pallosi, mi piacciono tanto.
Mi son messa la gonnellina, gli stivaletti e una maglia col collo a barchetta e mi sono buttata, alle 15 fuori l'auditorium. In macchina insieme a Rob Zombie mi sentivo grande, enorme, con la mia penna gigantesca che avrebbe scritto per filo e per segno tutto quello che avrebbero detto e la mano bionica sempre viva e attiva. Ma invece: sulla poltroncina ero piccola piccola, più piccola del mio metro e mezzo, disperata che non trovavo la cartella stampa nè il programma e bestemmiavo per la mano dolorante. Ero accanto a un giornalista de La Repubblica, il che mi permetteva di darmi un certo tono e spararmi quelle due o tre pose che altrimenti avrei evitato. Tre ore e mezza di dibattito, molto interessante ma anche molto, molto lungo. E' finito alle 18 e 30 ed io sono stata fino alle 20 e 30 a scriveere, prima a mano poi al pc. Alla fine, quando ho inviato l'email con l'articolo e ho spento il pc, mi sono andata a ubriacare.
Ed ero tanto, tanto fiera di me.

1 commenti:

Alessandro ha detto...

Ho scritto qualcosa di te qui: http://lissandru.blog.lastampa.it.
Spero non ti dispiace. Nel caso fammi sapere...