domenica 3 febbraio 2013

Esperimento culinario: La torta pretenziosa!

Ennesimo esperimento culinario, primo a essere menzionato.

Ogni volta che vedo una puntata dei Menù di Benedetta, il programma condotto dall'ormai arcinota Benedetta Parodi, mi vien sempre voglia di cucinare. Di solito tento di evitare, perché in casa non ho mai tutti gli ingredienti necessari. Questa volta no, e, sebbene non avessi quasi nulla, ho deciso di improvvisare e non seguire nessuna ricetta.

Nella credenza c'erano 3 uova, una tazza e mezzo di farina, una tazza di zucchero e un po' di zucchero di canna, del lievito in polvere, un pizzico di bicarbonato, mezzo bicchiere di olio di semi, due cucchiai di marmellata e un filo di latte.

Marmellata e latte li ho messi da parte, perché in mente avevo una malsana idea che poi mi si è ritorta contro, il resto l'ho mischiato e ben amalgamato in modo che venisse bello spumoso, versato nella teglia ricoperta di carta forno e fatto riposare 1 minuto.

Poi.. Poi ho preso la marmellata e c'ho versato dentro il latte, l'ho mescolata facendola diventare un po' liquida e l'ho versata nell'impasto. Con un cucchiaino ho cercato (inutilmente) di fare una bella vorticosa decorazione, ma non ci son riuscita. Il risultato prima di spedire la torta in forno era questo:


Che l'idea fosse malsana l'ho realizzato solo dopo, quando era troppo tardi. Ovviamente la parte centrale, quella dove era concentrata la marmellata, è lievitata pochissimo mentre i bordi erano belli rigonfi. È venuta praticamente una conca.

Dopo 30 minuti di forno a 180 gradi, la mia torta è uscita, s'è raffreddata e aveva un aspetto davvero orrendo, tanto che ho pensato bene di non immortarlarla.
Mi son dannata l'anima fino a quando non ho trovato la glassa già pronta che avevo comprato mesi prima. Un mix di cioccolato bianco e nero che avrebbe sicuramente distolto l'attenzione dal misero errore.

Scaldata al microonde e versata sul mostro, il risultato è stato buono!


Stasera vediamo se è buona!


mercoledì 5 settembre 2012

Ecchela!

L'AQUILA - Si, cavolo! A volte ritornano!
È proprio il caso di dirlo, questa volta, per la notissia scrittrice rionale che ha deciso finalmente di tornare a scrivere qualcosa sul suo blog.

Stiamo ovviamente parlando di Sara Ciambotti, che questa sera ha deciso di googolarsi e ha scoperto che il primo risultato che esce è La Regina Pop Corn, e una lacrimuccia sparuta le è scesa. E così ora si trova a gambe incrociate sul divano, davanti a lei la tivvù accesa su Tv Uno, perché deve studiare e una buona tazza di thè tropo calda, a pensare "Perché?".


Non che il suo blog le mancasse particolarmente, infatti la sua abitudine è tornata in auge solo perché non ha molto di meglio da fare, ma come si è risposta anche lei: "Perché no?".

Sara sente di dover dire qualcosa, non sa esattamente cosa, ma per ora si accontenta.

domenica 9 ottobre 2011

Tokyo Godfathers, The Fades, La scala di Harper e Cof Cof

Sto male. Più o meno da quando ho scritto e pubblicato l'ultimo post non mi sono mica ripresa bene. Sempre raffreddore, mal di gola, antiffiamatorio e qualche aspirina. Cof Cof. Diciamo che in questi giorni ho vegetato tanto.
Quando sto male ho bisogno di vedere colori caldi, ascoltare voci gentili, seguire storie strane. Ho deciso, come spesso accade, di vedere un lungometraggio giapponese: Tokyo Godfathers.


Scritto e diretto da Satoshi Kon, il film è uscito nel 2003 e significa letteralmente I Padrini di Tokyo. Chi possono essere i padrini di una città, la risposta è presto detta, i barboni.
Un anime stupendo che è entrato di prepotenza tra i miei preferiti, come gran parte degli anime anche questa storia è lineare e scevra fino all'osso, con personaggi grotteschi che la rendono un pullulare di realtà impossibili. I personaggi ti catturano fin dall'inizio, portandoti dal riso alle lacrime in un batter d'occhio. E poi un barbone gay, chi ci avrebbe mai pensato che effettivamente un barbone può essere anche gay nonchè vestito da donna. Solo i giapponesi.. S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E.



Dopodichè ho visto The Fades. Telefilm marcato BBC del quale è uscita solo la prima (pilota) e la seconda puntata. Avendo come protagonista un ragazzino che vede i morti ovviamente viene ritenuto un teens drama, e si, è fuor di dubbio che si tratti di un teens drama, ma finora ha poco a che fare con gli scempi usciti di recente, come ad esempio The Secret Circle. Siccome io sono idiota e molto masochista, amo gli horror. Li temo come la peste ma me li vedo e me li gusto fino alla fine solo per nascondermi dietro lo schienale del divano, tra i cuscini, senza avere il coraggio di andare a dormire. Dicevo, dopo i primi dieci minuti c'è una scena potente e molto spaventevole preannunciata da molti elementi che dovrebbero mettere in allerta lo spettatore. Io invece assuefatta dal crescendo di suoni e scene concitate questi warning li ho bellamente trascurato, ho sentito un rumoraccio, visto una facciaccia e mi sono girata dall'altro lato urlando come una dannata e chiedendo al fidanzato di togliermi il pc da dietro le spalle. Il tizio orrendo me lo sentivo presente, come se mi stesse osservando.
Poi, come ogni masochista che si rispetti, mi sono ricomposta, bevuto un bicchiere d'acqua ho tirato indietro all'inizio di quella scena e me la sono rivista. Gustosissima.
Quindi il succo del discorso è: The Fades dicono sia un teens drama, sicuramente è un teens drama, ma a me spacca.
E poi non rispetta la scala di Harper, il che ai giorni nostri è una grande, grande cosa!
Ok, al prossimo post parlerò della scala di Harper.

mercoledì 21 settembre 2011

Storia di un Tagliabambù

Oggi ho visto una cosa meravigliosa.

Anche questo anno i contadini del comune di Inakadate in Aomori hanno fatto il campo di riso come un quadro.
Il tema di questo anno è Taketori Monogatari,
un racconto popolare giapponese risalente al X secolo. Significa Storia di un Tagliabambù.

Cercando Inakadate su Google escono tantissime foto di questi quadri, tutti meravigliosi, tutte persone sorridenti anche sotto la pioggia.
Quest'anno, il 29 Maggio è stato il giorno della semina.




Il 9 Giugno solo un alone, quasi un riflesso degli alberi intorno..




Ma poi, il 23 Giugno..




E il 14 Luglio




Ed il 18 Agosto..




E via così, fino ad oggi, anzi, al 15 Settembre.




(se volete vedere altre foto son qui)

Il comune ha iniziato dagli anni novanta per chiamare i turisti al loro piccolo paese.
Nei primi anni usavano solo tre tipi di riso, di cui uno è quello moderno, due sono quelli antichi, per fare diversi colori in campo.
Questo anno sono stati seminati sette tipi di semi. Di cui sei tipi sono stati modificati da quel riso antico. Ultimamente si vede finalmente il colore rosso, portato dal centro laboratorio agrario della prefettura di Aomori.

E' stata fatta appositamente l'immagine perché si veda meglio dal palazzo comunale di Inakadate.
Accetta i visitatori fino al primo ottobre.
Si può partecipare al lavoro del raccolto del riso. L'evento sarà il 2 ottobre. E' gratis, vengono offerti onigiri e tonjiru (zuppa con suino e miso).

Il sito del comune di Inakadate


Leggere questo articolo mi ha fatto andare in estasi, un quadro di riso, il cielo nuvoloso, il Giappone. Sono rimasta a bocca aperta per buoni 30 secondi, poi ho deciso di attingere questa informazione. Grazie a Questo Piccolo Grande Banzai per avermi fatto conoscere questa meraviglia.

sabato 17 settembre 2011

I lego nel cervello



Chissà quante persone sono nella mia situazione o molto peggio di me. Un lavoretto scemo scemo almeno lo faccio e qualche spicciolo a fine mese lo prendo. ma io cavolo se ho paura per quello che sta succedendo. Non me ne frega nulla delle schifezze del nostro premier, che lui può fare il presidente a tempo perso, però mi spavento non appena mi chiedo cosa sarò tra un anno.
Ora, sembrerà una stronzata infinita, ma oggi ho visto l'ultima puntata di True Blood e ho visto che hanno riconfermato la serie, ma non appena ho realizzato che la prima puntata della quinta stagione ci sarà tra un anno, m'è piombato un macigno sull'alluce del piede sinistro. Porca zozza, un anno. Non credevo che pensare da qui ad un anno mi avrebbe sconvolto così tanto. Ora ho tutto in ballo e io ballo con il mio tutto, ma quanti dubbi ballano la mazurca nella mia testa senza sapere neanche i passi base.
Uno non vuole fare il pessimista, è che diciamocelo francamente, quando si sta male, si sta sempre tanto male, anche se non è così grave. E fino in fondo si sa sempre che può solo andare meglio. Uno fa il pessimista perchè farlo porta bene, oppure perchè così si è pronti a tutto, ma sotto sotto sappiamo che il peggio non ci toccherà davvero. Ma a quanto pare sta andando davvero peggio, e secondo me andrà sempre peggio. Forse sto faendo la pessimista di facciata anche ora, ma non lo so mica se la speranza mi s'è persa nelle fogne. E quindi mi sento persa.
Qualcuno potrebbe mica darmi qualche consiglio su come si inizia a mettere in ordine qualche tassello? Mi basterebbe una parola, davvero, io non so proprio come si inizia. Neanche avessi buttato i lego in un mare di palline colorate.

La mia dolce casa di marzapane



La mia casetta è piccola, tre stanze e due finestre, le pareti non sono neanche tanto alte e il fidanzato ogni volta che entra in bagno dice prima o poi diventerò pelato, strusciando la testa al soffitto. Casa ha una quantità infinita di cose. Persone, libri e diari. Ha due televisori e tre pc, perchè non si sa mai che una che scrive ed uno che programma devono poterlo fare ovunque, in ognuna delle tre stanze.
Sono stata fuori 14 giorni, una vacanza memorabile, e quando sono tornata a casa lei era così, bella, buia e calda, ma grande e spaziosa con un bagno gigante ed una luce così forte che quando l'accendevi faceva male.
In questa vacanza ho visto sette ostelli, tutti molto belli, ma piccoli e un po' puzzolenti, con le luci che a malapena illuminavano la tazza e dopo essere stata al bagno di notte dovevo pregare tutto il calendario per non perdere qualche arto sbattendo al termosifone anteguerra.
Eppure quando sono tornata a casa.. Una tristezza pervasiva, l'unica cosa per cui non mi scendeva la lacrimuccia era lei, con la doccia tutta mia. La mia casa, stavolta è la mia per davvero! Ed è tanto bella.
A quest'ora poi, che il primo sole infreddolito entra dalla finestrella della cucina e invade la sala spaccandola a metà neanche ci fosse una crepa, luce e buio e se lascio la porta della camera spalancata investe in pieno anche il fidanzato. Facendolo borbottare. Stamattina mi sono alzata così, pensando che forse avevo lasciato la luce accesa. Erano le sette ed avevo una voglia di pancakes che non ve la auguro, soprattutto se in casa non avete l'occorrente per prepararli. Mi son messa a scrivere.
Bella è la mia casetta, anche quando fa sparire le cibarie dalla credenza.

sabato 27 agosto 2011

Se disegni ti spezzo le mani

Questo articolo lo tengo per me e me lo scrivo sul mio blog. Io sono molto sensibile a tutto quello che riguarda le mani, ne parlavo proprio ieri sera col mio fidanzatello. Matite infilate nel dorso della mano, un proiettile che l'attraversa, mani spezzate, tutte queste cose mi fanno salire i brividi dall'alluce fin sulla testa e a volte mi danno anche le vertigini. Perchè io le cose le vedo, le registro e poi me le immagino belle belle sul mio corpo. E che ti leggo stamattina sul corriere? Siria, mani spezzate al vignettista Ali Ferzat.
Lui è un vignettista siriano apertamente schierato contro il regime e come monito per non farlo mai più disegnare, gli agenti dei servizi di sicurezza di Damasco gli hanno dolcemente spezzato le mani. Facile, no?
Questo il suo sito: www.ali-ferzat.com, c'è scritto che è stato oscurato, ma ora a quanto pare si vede.

Questa immagine, però, non è una caricatura.