martedì 29 aprile 2008

Le Avventure di un Rosso Piccione (3)

Il rosso piccione giaceva inerme sull’asfalto.
Come se una macchina lo avesse spiaccicato.
Ma lui era vivo, e stava solo prendendo il sole.
Il primo sole, quello primaverile. Così caldo e così freddo insieme.
Passò un gatto.
Il rosso piccione fece lo gnorri. Socchiuse gli occhi ed abbassò la testa, fingendosi morto.
Passò un cane. Poi un uomo, poi un altro gatto. Ogni volta il rosso piccione si fingeva morto, così nessuno lo disturbava.
Arrivò il camion della nettezza urbana. Il rosso piccione era steso a terra con gli occhi chiusi ed il becco spalancato. Stava dormendo e sognava.
Il netturbino lo caricò sulla paletta lo fiondò dentro il cassone. Il rosso piccione sognò di volare. Tra le nuvole, sul mare, come un gabbiano. Era felice ed aprì gli occhi per godere appieno di quell’emozione. Ma si ritrovò sepolto in un mare d’immondizia.

venerdì 25 aprile 2008

Inventissimevolmente



Ieri sono andata all'ufficio brevetti.
Appena entrata nell'ufficio, ed aver augurato a tutti una felice giornata, ho attaccato una pippa che non finiva mai.
Del tipo: ho un'idea che vorrei brevettare ma non ho la minima idea di come si faccia.. bla bla bla.. Sono completamente digiuna di burocrazia, di marche da bollo, tasse e diritti d'autore.. bla bla bla..
Il tizio, un po' sgomento, ha domandato -Ma lei ha un'invenzione?-
-No!- ho risposto io estereffatta.
-Allora cos'ha?-
-Un'idea!-
-Beh, si chiama comunque invenzione-

Invenzione?? Cazzo!
Ho un'invenzione che mi frulla per la testa!
Cazzo cazzo cazzo!

Comunque.. La mia invenzione costa. E costa pure cara.
In tutto, se dovessi portarla a termine, dovrò sborsare minimo 220€. Troppo per le mie tasche.

Il tizio della camera di commercio è stato gentilissimo, anche perchè ha dovuto affrontare un argomento imbarazzante. Avendo saputo cosa ho inventato, non sembrava trovare mai parole giuste per definirlo.

Anche la modulistica pare abbastanza chiara. Ci sono esempi, spazi per fare le prove dei disegni, e spazi per provare la lunghezza delle descrizioni.
Pare davvero una cosa goduriosa!
E molto interessante.
Penso che se mi dovessero richiamare al lavoro, brevetterò la mia INVENZIONE!

P.S. Ma perchè devono invadere di burocrazia-che-non-finisce-mai anche la fantasia. E soprattutto devono imporre a chi ha idee geniali (non idiote come le mie) dei salassi economici così imponenti?

Il Barone Rampante, di Italo Calvino


Non c'è niente da dire, i classici sono i classici. E se un libro è un po' meno classico di un altro, c'è sempre un perchè. E non è detto che sia un male.
L'ho finito stamattina, il Barone Rampante, ed una continua sensazione di inadeguatezza e malinconia mi è gravata sul groppone fino a pochi minuti fa. Che l'ho chiuso.
Non credo ci sia bisogno di spiegare la storia. Solo io non la sapevo.
Ma di fronte casa mia ci sono dei boschetti. Se solo sapessi salire su un albero, perchè no?

mercoledì 23 aprile 2008

U.F.O.

Yeeeeeeee!!
Non posso non segnalarlo!!

Luci nel cielo in Arizona: è psicosi Ufo
Quattro strani punti luminosi di colore rosso sono rimasti allineati in diverse formazioni per una decina di minuti.

Oltre all'intervista citata dal Corriere, ce ne sono altre. Trovate sul sito Drudgereport.com

Alcune sono a sfavore dell'ipotesi ufo, come quella di un pilota.
A helicopter pilot with the Phoenix police department who was flying last night also saw the objects and said they appeared to simply be some flares hanging from helium balloons. Mailo said he has no idea why his neighbor released the balloons, but he regrets not filming the act.

Altre a favore.
Phoenix resident Kent Titze and his wife watched the lights from their house near Loop 101 and Cave Creek Road.
“It was something I've never seen before,” Titze said. “Right away I thought ‘UFO'.”
Titze's wife Fran rushed to take pictures of the lights.
“To me it looked like clusters of red lights - like three or five of them in each bundle,” Kent Titze said.







P.s. Se non mi ferma nessuno, domani vado all'ufficio brevetti.

lunedì 21 aprile 2008

Nudo alla Meta

Dopo più di un mese di assenza dal mio blog, rimetto su una strippetta di MoStrip!
di Albo

Ed intanto, mentre fuori nuvoloni neri vagano raminghi per il cielo, oso! Faccio il cambio di stagione.

venerdì 18 aprile 2008

UnaCamomillaGraziePrego


Ed anche questa è finita.
Tre esami schifosi. Filosofia ed informatica, che volere di peggio?
Tre voti schifosi. Ma cosa avrei dovuto aspettarmi?

La mia competitività questa volta non si è svegliata, e mentre lei è rimasta nel lettone a dormire, io ero a fare gli esami. Due, ieri, dalle 9 alle 19 e 42. Stessa aula e stessa professoressa. E media irrimediabilmente compromessa.

E come se non bastasse, dopo il tour de force mi sarei voluta regalare la fiera di Lanciano nel Fumetto. Ma devo lavorare. Richiesta a bruciapelo e risposta a bruciapelo.
Certo, Sabato e Domenica ci sto.
Ti va bene fare orario continuato?

Sisi.
Chiamatemi Stachanov. Aleksej Grigor'evič Stachanov.

mercoledì 16 aprile 2008

La Notte del Drive-In, di Joe R. Lansdale


Immaginatevi il piú grande drive-in mai esistito: l'Orbit. Siamo in Texas, è un venerdí sera e l'Orbit è stipato di gente che sgomita per popcorn e Coca-Cola, pregustando la Grande Nottata Horror. Ma sul piú bello, il drive-in stesso si trasforma in un film dell'orrore. Con gli spettatori come involontari, esterrefatti protagonisti. Dove sono finite le stelle? Perché chi si avvicina ai confini del drive-in muore orribilmente? Nell'Orbit trasformato in lager una folla instupidita, imbarbarita, è costretta per settimane a nutrirsi di schifezze e vedere senza interruzione La notte dei morti viventi, sotto la sferza del mostruoso Re del Popcorn, sintesi di tutti gli orrori dell'ossessione al consumo. Drive-in ha un seguito in Drive-in 2, dove vediamo i personaggi sopravvissuti aggirarsi in un paesaggio irriconoscibile: dopo l'Orbit e i suoi dèi dementi qualcosa è definitivamente cambiato, sul pianeta Terra.

Francesco mi ha regalato questo libro per il compleanno. E lì per lì non pensava di farmi un regalo così illuminante.
Neanche io lo sapevo, visto che ho aspettato 12 giorni prima di aprirlo. Complice anche la scrittura minuscola dell'edizione Einaudi che tanto male fa ai miei occhietti delicati.
Tre giorni fa l'ho aperto. L'ho iniziato a leggere ed ho visto dio.
Ma non dio dio, quello che tutti sappiamo essere colui che tutto vede e sente.
Dio nel senso di dio lettera, dio creatività, dio Word-fido-compagno.
La massima espressione dell'horror sublime che lambisce lo splatter senza mai toccarlo. La massima espressione del noir riversata in un protagonista che racconta in prima persona la sua avventura prima nel Drive-in, poi sulla e terra e poi alla fine della strada. Mantenendo sempre (o quasi), una lucidità sin troppo lucida di un ragazzo ancora giovane e spensierato.

E' sicuramente la massima opera di Lansdale. Ed ormai, dopo averci pensato per due o tre giorni, è diventato anche il mio libro preferito.

E che darei per essere la regina del pop corn!

Nota tecnica: questo è Drive In 1 e 2. Ne esiste anche un terzo. Appena l'avrò fatto mio, scriverò due righe. Ma tra un po' di tempo. Devo prima metabolizzare questo.

lunedì 14 aprile 2008

Writers Death Race

Ma quanto mi piace intrufolarmi nelle competizioni?
Tanto!
Ed infatti eccomi in gara nella Writers Death Race.

Lo so.. Lo so.. Non ne uscirò viva, ma mi son troppo divertita a scrivere il racconto su Zakk Wylde ed il suo Metal Chopper.
E poi adoro cercare le scuse per deprimermi.
Eccomi qui.
Leggete e votatemi.
Anche se non vi piaccio, mica mi scandalizzo!

Che poi non posso neanche contare sul voto dei miei familiari. Mi defenestrerebbero se sapessero che scrivo certe sconcezze!

sabato 12 aprile 2008

Dov'è il mio cappello pensatore??


Come se non avessi già troppe cose da fare, continuo ad inventarmi perditempi.
Spesso, durante le mie giornate trascorse ad ottimizzare il tempo, mi ritrovo ad usare oggetti in maniera impropria.
Non ci si rende conto di quante cose utili si possono fare con un phono, o con le calze di nylon, o con i cd. E così da qualche mese a questa parte, faccio una certa cosa con un certo elettrodomestico. Che svolge la sua attività impropria alla perfezione.
Ma al contempo continuo a chiedermi se non potrebbe svolgerla meglio.
Stamattina ho acchiappato papà, che di cose burocratiche ne capisce, e gli ho parlato della mia idea. Abbiamo fatto una ricerca su google per vedere se esiste uno strumento adatto a quella attività.
Ma non esiste!
Sia in inglese che in italiano, che in francese. Niente! Magari avrà un nome particolare, ma non credo. Anche all'estero l'ho sempre visto sotto la stessa etichetta. Non ha regole nè confini. E' quello punto e basta.

Ho deciso che la settimana prossima andrò all'ufficio brevetti.
Per vedere se veramente ho avuto un'idea originale.
C'è un sito molto utile, che ovviamene si chiama Ufficio brevetti, che spiega in maniera chiara e concisa (anche per me), come e cosa si deve fare. Penso che dovrei rivolgermi a qualcuno che ne sappia più di me di elettronica. E forse anche di design. Ma con un po' di tempo e qualche chiacchiera ce la dovrei fare.
E' che mi spaventa un po' questa particina quà: Dal punto di vista formale occorre preparare una documentazione tecnica comprendente una descrizione e dei disegni che facciamo comprendere in che cosa consiste l’invenzione. La documentazione non deve essere una semplice descrizione di come è fatto il prodotto che si vuole brevettare, ma deve essere scritta in modo tale da evidenziare bene quali sono gli aspetti innovativi sui quali si chiede di ottenere la tutela. La difficoltà nello scrivere il brevetto sta proprio in questo. Anche se si è dei tecnici esperti non è detto che si riesca a scrivere un brevetto nel modo ottimale. E quindi buona regola consultare un esperto in materia che possa aiutarvi.
Preparata questa documentazione di base occorre poi predisporre la modulistica. Questo aspetto è tanto più difficile a seconda degli stati in cui si vuole ottenere un brevetto.


Vedremo un po' che ne viene fuori.

venerdì 11 aprile 2008

E' stato un attimo, di Sandrone Dazieri


Santo si risveglia in uno dei bagni della Scala di Milano. Era con Max, nella cucina di casa sua a farsi una striscia in allegria. Santo ha una bella casa in centro. Santo ha una posizione di prestigio in una grande compagnia pubblicitaria. Santo ha una fidanzata ricca e raffinata, il che non guasta. Peccato che Santo non abbia memoria di tutto questo.

E' stato un attimo è un noir geniale!!
O meglio, io lo definirei noir nelle ultime 100 pagine. Più o meno l'ultimo terzo del libro.
Prima, infatti, c'è una vasta parte di preamboli, di premesse e di eventi che spiegano il come ed il per come della storia. E' un ambientarsi sia del lettore che del protagonista al salto cronologico che entrambi hanno subito.
E' una climax ascendente di eventi che apparentemente sembrano slegati. E solo alla fine il cerchio si chiude.. O forse no?
Diciamo che si chiude due volte. La prima "chiusura" (quella di Max) l'ho dovuta rileggere due volte perchè sembrava un po' macchinosa, ma se fosse stata quella vincente non mi avrebbe stupito.
Sulla seconda, invece, ho un groppo alla gola che stenta ad andar giù. Quindi vade retro che spoilero.

SPOILER
Di Riccardino proprio non me l'aspettavo. Ma non me l'aspettavo perchè è troppo poco caratterizzato. Il lettore non ci pensa perchè in 250 pagine (prima della corsa finale) se ne parla si e no in 10 righe. Ed io sulla base di così poche conoscenze come posso anche lontanamente pensarci?
FINE SPOILER

Questo libro l'ho bevuto come fosse un bicchiere d'acqua dolce, seppur in bocca dopo la prima sorsata abbia sentito un sapore amaro. Amarognolo in tutti i sensi.
Perchè il povero Santo non solo è il Trafficante. Piccolo spacciatore di coca nella milano anni '90, ma è anche perseguitato dalla sfiga. Ed un po' di malinconia viene per forza. Ogni capitolo si chiude con un sospiro. Con un "Cazzo, come posso mollarlo qui, proprio adesso? Ma mamma chiama. Ma io leggo, lasciamola urlare!". In alcuni punti tocca addirittura una comicità fantozziana, di quella che ti porta a ridere nonostante sappia che il protagonista sta soffrendo.
Ed il risultato è come un arrosticino. Prendi il secondo boccone, mentre stai ancora masticando il primo.


La seconda pecca che ho trovato, che alla fine è contingente alla prima, è che i personaggi sono caratterizzati poco. Poco nel senso che sono tanti per 300 pagine. E se Dazieri vuole che ce li ricordiamo tutti, deve renderli un po' più incisivi.

Il risultato è comunque, ottimo. Permanente stato divertimento. Ridevo da sola nella mia cameretta come se stessi scherzando con un amico. Ed al contempo, ero triste.

Grazie Lù per avermelo regalato.
Ora inizia il recupero ossessivo dei romanzi di Dazieri.
Anf anf!

Il sito di Sandrone Dazieri ed il suo blog.

P.S. Che poi Sandrone.. Anche io voglio chiamarmi Sarona!

giovedì 10 aprile 2008

Mrs. Robinson



And here's to you, Mrs. Robinson
Jesus loves you more than you will know, wo wo wo
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who pray, hey hey hey
Hey hey hey

We'd like to know a little bit about you for our files
We'd like to help you learn to help yourself
Look around you, all you see are sympathetic eyes
Stroll around the grounds until you feel at home

And here's to you, Mrs. Robinson
Jesus loves you more than you will know, wo wo wo
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who pray, hey hey hey
Hey hey hey

Hide it in a hiding place where no one ever goes
Put it in your pantry with your cupcakes
It's a little secret, just the Robinsons' affair
Most of all you've got to hide it from the kids

Coo coo ca-choo, Mrs. Robinson
Jesus loves you more than you will know, wo wo wo
God bless you please, Mrs. Robinson
Heaven holds a place for those who pray, hey hey hey
Hey hey hey

Sitting on a sofa on a Sunday fternoon
Going to the candidate's debate
Laugh about it, shout about it
When you've got to choose
Every way you look at it you lose

Where have you gone, Joe DiMaggio?
Our nation turns its lonely eyes to you, woo woo woo
What's that you say, Mrs. Robinson?
Joltin' Joe has left and gone away, hey hey hey
Hey hey hey

Eccessiva mania di protagonismo? Probabile.
Ma non riesco a fare a meno di pensare che vorrei almeno un briciolo di lei.
E prima che iTunes fonda, smetto di sentirla.

martedì 8 aprile 2008

Demon Story



Ieri ho finito di leggere i primi cinque numeri di Demon Story. Purtroppo non riesco a trovare gli ultimi quattro, ma spero di tornare presto a Bologna e recuperarli.

Demon Story è una rivista contenitore di cinque o sei storie dell'orrore, della casa editrice Fenix.
Ebbene questi albi mi sono piaciuti moltissimo. Ho scoperto che nella seconda storia "Lo specchio", del primo numero "A mezzanotte la paura", c'è anche una lieta conoscenza, Giuseppe di Bernardo.

Mi piace leggere storie corte ed accattivanti che permettono di sospendere la lettura per qualche giorno senza perdere il filo del discorso. Sono una sostenitrice del "nudo e crudo", quindi adoro arrivare subito al nocciolo della storia e concluderla con la stessa velocità.
Alcune storie sono molto belle, strutturate alla perfezione ed incisive al massimo. Altre storie, invece, sono troppo blande, male organizzate e quasi ridicole. E' estremamente difficile essere sintetici, soprattutto quando c'è da far provare al lettore delle emozioni forti come la paura o l'orrore. Quindi è ovvio che il risultato non sia sempre ottimale. Ma devo ammettere che questa collana mi ha lasciato piacevolmente stupita.

Penso che mi comprerò i numeri di DickDrago, fosse fosse che..

lunedì 7 aprile 2008

Una ventata di aria fresca ci voleva proprio!
Spero duri un po' di tempo, almeno questa volta.
Per il titolo non posso far altro che ringraziare Sara Pichelli. Disegnatrice che adoro. Mi piace molto come si ispira a Schiele e Klimt e come ripropone lo stesso stile in chiave contemporanea.
Grazie!

L'esame è stato tentato. Ora c'è solo da aspettarne il risultato.

La cosa che mi ha messo più ansia, però, non è stata questa.
Bensì la storia di Lali. Il Corriere titola così: India, nata una bimba con due facce.

Non so perchè, ma letto questo articolo ho sentito un brivido lungo la schiena ed ho provato ad immaginare il viso (o i visi) di questa bambina. Su internet si sta dipanando il classico tamtam mediatico per la diffusione della foto. Ma non l'ho vista, e non so se lo farò. Questa volta il mio cinismo si sta andando a far friggere e non riesco a rimanerne distaccata.

venerdì 4 aprile 2008

Londra da adorare

MI SPIACE, LE FOTO NON LE VISUALIZZA PIU'. ED IO NON HO VOGLIA DI RIMPICCIOLIRLE E CARICARLE DI NUOVO.

Ogni tanto, soprattutto a Paddington, uscivamo la sera per gironzolare. Ed incontravamo delle limousine bianche. Che sono già belle ed eccitanti di loro, immaginatevi anche per una ventitrenne che ha vissuto ventitre anni in una città di montagna di sessantamila abitanti. E che la macchina più lunga mai vista è l'autobus! Io la prima cosa che ho pensato è stata "Cacchio cacchio cacchio cacchio cacchio (cit.) ecco Madonna!". Ho preparato la cerbottana ma non era lei.
Da queste bianche conchiglie un'ostrica carina e molto allegra abbassava il finestrino e cacciava un tacco a spillo lungo almeno dieci centimetri.



Avrei vissuto in metro. Anzi, vivrei nella metro di Londra. Che ve lo dico a fare, è iperpulita. Ma la cosa più bella è salire la scala mobile, alzare lo sguardo e vedere le decine e decine di locandine che ti corrono accanto. Tutte colorate. In questa foto la fila non sembra molto lunga, ma credetemi che ce ne sono di infinite!



L'ultimo giorno, scaduto il biglietto della metro, andiamo ad Harrods. Senza nulla togliere al negozio, che è grande si, ma ha una libreria estremamente carente (non avevano neanche Alice nel paese delle meraviglie inglese-italiano), la cosa divertente sta fuori. Iniziamo a sentire delle urla già prima di svoltare l'angolo, all'altezza di Starbucks. Arrivati in linea d'aria davanti all'entrata, dei manifestanti brandivano dei cartelli ed inneggiavano contro il dio consumismo che porta ad uccidere barbaramente gli animali. Ed a non comprare tutti i prodotti di origine animale del magazzino, perchè venduti illegalmente. Ci avviciniamo un altro po', e si rivela tutto per ciò che è realmente. Ahimè! Una nuvoletta di fumo nero sulla scritta dorata e lampeggiante di Harrods. Ed i manifestanti sono formiche rispetto al vespaio di persone che si accalca per entrare.

Ci sono adesivi di protesta anche su buona parte dei cassonetti londinesi.
Piccola parentesi sui cassonetti, sono splendidi. Neri neri con alcune parti in metallo dorato. Vivrei anche lì dentro!





Appena scesi dalla metro, a Tower Hill, accanto al "The London Dungeon", ci sono questi due cartelloni. Purtroppo causa fretta di papà non sono riuscita a capirne l'origine. Se qualcuno di voi la sa, è pregato di dirmela. Anche se ho il sentore che troneggino lì a mo di memento.





Penso che basti così con le foto.
Penso..
Fine fase Malinconia portami via.

giovedì 3 aprile 2008


Ho deciso, tento il tutto per tutto.
Essere andata a Londra mi ha dato una marcia in più. Prima finisco, prima vado via. Non chiedo, ovviamente, di svoltare la mia vita fuggendo da L'Aquila, perchè comunque è una città che amo sin da quando sono nata. E perchè uno su mille ce la fa (cit.). Ma almeno vorrei provarci. Vorrei non avere il rimpianto, vorrei non dire cazzo, e se ci avessi provato anch'io?
Quindi stringo i denti, sacrifico qualche svago, sacrifico quella poca tranquillità che ho e ci vado tosta. Sperando, come al solito, di passarlo.
Che poi fondamentalmente è un esame sulle parole. Sull'argomentazione, sulla logica. Ma perchè ho così tante difficoltà? Mi ritengo una persona dalla chiacchiera facilissima e dalla scrittura disinvolta.
Forse il problema è proprio questo..

Fica l'immagine, eh?