domenica 3 febbraio 2008

Di Frati e di Madonne


Sotto natale ho trovato il bando di un concorso di scrittura. L'Argomento è:
Quest’anno l’organizzazione del concorso dedica il premio ai racconti che abbiano per tema l’amore declinato in tutte le sue espressioni e manifestazioni possibili.

Io il racconto l'ho scritto. Parla di un uomo che, dopo aver ricevuto una sola in amore, decide di prendere i voti. Peccato che questa decisione l'abbia presa solo perchè convinto che la madonna gli si fosse offerta in sposa.
E lui, da buon marito, vuole fare l'amore con sua moglie, no?

Ed io parlo di questo.. E sono anche esplicita! Non è che descrivo gli amplessi immaginari tra la madonna e frate Giacomo, ma non evito neanche di dire che il mio fraticello si fa le seghe.
E' che tutti quelli che l'hanno letto, hanno detto che è un racconto troppo forte per un concorso. Quale giudice, seppur ritenendo il mio lavoro eccellente, lo porterebbe avanti?

Fino a qualche giorno fa pensavo: me ne frego. Voglio sfidare il buonsenso.
Ora no, ora sono indecisa. Perchè se lo mandassi così com'è, lo manderei cosciente del fatto che frate Giacomo non verrebbe minimamente preso in considerazione. Ma contemporaneamente mi sentirei una vigliacca perchè incapace di dare peso a quello che scrivo. Ma se per sciocca testardaggine rischiassi di perdere un'occasione importante per farmi notare??

Mah! Si accettano consigli..

3 commenti:

Drugantibus ha detto...

A sto punto buttati e vaffanculo, quel che succede succede :D

Diego Cajelli ha detto...

Io ho delle perplessità non tanto sul tema, ma su quella faccenda dei diritti di cui mi avevi parlato.
Ho perso quel link, ma se nel regolamento c'è la cessione esclusiva del testo, e pure aggratis, col piffero che ci parteciperei.
Per il resto... Ti dico la mia.
Un giovane giovane giovane scrittorino, nel 1988, partecipò, per la prima e ultima volta, ad un concorso di racconti.
Nel racconto c'era un dialogo con un paio di parolacce, e per quel motivo, il racconto venne scartato.
Allo scrittorino inviarono anche una lettera in cui spiegavano che il linguaggio scurrile non era accettato.
La cosa finì lì. Punto.
Non frenò e non aiutò minimamente la "carriera" del giovin scrittore.

A presto,
Diè!

LucaCP ha detto...

A prescindere dalle varie clausole editoriali (che ti inviterei comunque a rileggere con attenzione), prima di inviare il racconto tu per prima devi essere convinta del lavoro che hai svolto. I pareri delle persone che ti stanno accanto vanno accettati e pesati relativamente, perché alla fine della fiera solamente tu sei in grado di dire con sicurezza se il racconto merita o meno. La mia opinione te l'ho data, ma se vuoi te la ripeto: Il tuo è uno stile assai "schietto", ma non per questo esplicito o volgare. No racconti ma mostri, una cosa fondamentale per uno scrittore. La storia è lineare ma per niente scontata, anzi! Mi hai spiazzato più di una volta e non ti sei limitata a parlare dell'amore in genere (nella maniera sdolcinata che tanto va di moda in questi giorni), unendoci tematiche anche più pesanti che un giudice non può non considerare. Quindi credi nel tuo lavoro, invia il tuo lavoro e credici cavolo!