lunedì 19 novembre 2007

In Fondo alla Palude, di Joe R. Lansdale


E' molto tempo che non parlo di libri.
Ma questa volta non posso esimermi dal farlo.

Lo cercavo da un paio di mesi e nessuna libreria era in grado di ordinarlo.
Non mi sono data per vita e l'ho trovato. Alla Mondadori di Prato.
Tornata a casa l'ho letto la notte stessa.
Ho osservato la copertina, ho letto la dedica e via. Non me ne sono più staccata.
Lansdale mi ha afferrato per il collo e mi ha sbattuta in Texas.
Negli anni Trenta, quelli della Depressione e del Ku Klux Klan.
Mi chiamavo Harry, avevo una sorellina di nome Tom.
Mia madre si chiamava May Lynn e mio padre Jacob.
Era il barbiere di Marvel Creek e l'agente di polizia nel paese in cui vivevo.
Avevamo anche un cane di nome Toby. Quando si spezzò la schiena mio padre mi costrinse a portarlo nel bosco per ucciderlo. Disse che non sarebbe mai guarito.
Io e Tom partimmo per la nostra spedizione omicida, ma fallimmo. Come potevamo uccidere il nostro cane??
Rassegnati e pronti alla ramanzina ci incamminammo verso casa.
Lungo il tragitto lasciai che Toby catturasse un po' di scoiattoli, senza accorgermi che la notte era ormai calata.
Ci perdemmo. Cercavamo di raggiungere la Preacher's Road quando una donna nuda ci sbarrò la strada. Era morta e penzolava da un albero. Attorno al suo corpo c'era attorcigliato del filo spinato ed i suoi seni erano spaccati, aperti come due meloni marci. La sua carne era gonfia e grigia.
Anche Tom la vide.
Tra noi due non ci furono parole. Non pensammo mai a discutere su chi potesse essere il colpevole.
Già sapevamo chi era.
C'era  tacito consenso che puntava il dito contro l'Uomo-Capra.

Un thriller agghiacciante.
La morte vista attraverso gli occhi di un bambino non è semplicemente morte.E' MORTE.
E' orrore, è raccapriccio, è schifo!
E' un bambino che, davanti ad una donna morta e decomposta, non sente più il calore appagante dell'eccitazione.
Nonostante ella sia nuda.

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